Trieste, contratti di lavoro per aiutare le donne vittime di violenze
TRIESTE La rinascita personale passa anche dal lavoro perché il lavoro nobilita l’uomo e, dopo uno schiaffo immeritato, si ha diritto a una nuova opportunità. Proprio con questo spirito l’assessorato alle Pari opportunità del Comune ha ideato per le donne vittime di violenza un progetto formativo ad hoc: il primo in Friuli Venezia Giulia, rivolto a tale fascia di persone in difficoltà, a essere attivato da un Municipio.
Attraverso la Regione l’assessorato, retto da Francesca De Santis, ha sfruttato un bando del Fondo sociale europeo dedicato alle persone svantaggiate, mirando a finanziare con 20 mila euro un programma che prevede per cinque donne, tra i 18 e i 30 anni, un corso ad hoc di 40 ore tenuto dall’Enaip. Seguirà un tirocinio di 20 o 30 ore della durata da un minimo di tre a un massimo di sei mesi negli uffici amministrativi delle aree Giovani e Innovazione del Municipio. La retribuzione sarà di 350 euro o di 500 netti mensili, cui si aggiungerà un rimborso di 2 euro l’ora per il corso di formazione.
Sarà il centro antiviolenza Goap a individuare le candidate, già supportate dai Servizi sociali, che dal primo luglio inizieranno questo nuovo cammino. Entro il 2021 l’obiettivo di De Santis è quello di riuscire a coinvolgere altre cinque donne, per un totale quindi di dieci soggetti. A questa iniziativa De Santis ha lavorato da marzo, «nonostante gli ostacoli burocratici nelle pubbliche amministrazioni siano tanti».
Nel periodo del lockdown aveva lanciato altre campagne destinate a madri, mogli e fidanzate in difficoltà come “Non sei sola, noi ci siamo”. «L’obiettivo - spiega l’esponente della giunta Dipiazza - è quello di restituire alle donne che hanno subito il trauma della violenza quella dignità che il lavoro può dare e soprattutto di far capire loro che possono trovare la forza di ricominciare partendo da se stesse. Questo sarà un trampolino grazie al quale le donne potranno ricominciare a vivere, riappropriandosi della loro vita distrutta dagli abusi. Ho scelto di rivolgere il progetto a donne giovani perché penso che, nonostante viviamo in un’epoca in cui si pensa che ci sia una maggiore educazione al rispetto al passato, i fatti di violenza dimostrano però il contrario. Questa - conclude - è un’azione concreta che riconferma Trieste quale città in prima linea nella lotta per i diritti delle donne e la loro tutela». —
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