Trieste, condannato lo stalker “indipendentista”
Due anni e sei mesi per Fabio Bastico, ex “bodyguard” del Movimento Trieste Libera. Il quarantacinquenne è stato condannato per stalking dal Tribunale di Trieste. L’uomo, che in base a quanto si legge dalle accuse aveva reso impossibile la vita della ex, era stato messo agli arresti domiciliari per effetto dell’ordinanza di custodia cautelare del gip Luigi Dainotti, su richiesta del pm Matteo Tripani che ha coordinato le indagini dei carabinieri di via dell’Istria.
Sono vari gli episodi contestati a Bastico: il peggiore, quello che ha fatto scaturire l’intera inchiesta giudiziaria, è l’incendio dell’automobile della vittima avvenuto il 22 ottobre dell’anno scorso. La donna presa di mira dall’indipendentista è un’ex ballerina residente in un condominio di via Costalunga.
Secondo le ricostruzioni agli atti del processo, il quarantacinquenne ha appiccato il fuoco in due punti distinti dell’auto della ragazza, una Mazda Mx3. Il mezzo era parcheggiato nelle vicinanze dell’abitazione. Le fiamme però si sono rapidamente estese anche agli altri veicoli posteggiati accanto: una Golf, una Polo e un’Opel Astra. Danni pure alla veranda di un alloggio al primo piano di uno stabile della zona. Ma lo stalker, in precedenza, si era reso protagonista di una lunga serie di atti persecutori: aveva tempestato l’ex compagna di una valanga di messaggi via sms e whatsapp. L’uomo, come spesso avviene in questi casi, non aveva accettato l’interruzione della relazione affettiva.
Un comportamento che ha avuto effetti di non poco conto sulla serenità della donna: uno stato di ansia e di paura tale da ingenerare nella vittima timore sia per la propria incolumità che per quella delle figlie minorenni. Per tenersi alla larga dall’ex fidanzato, la ragazza ha anche dovuto cambiare le proprie abitudini di vita, fino a allontanarsi alcuni giorni dal proprio domicilio.
Ma dopo la denuncia, l’indipendentista era stato individuato dai carabinieri che gli avevano notificato il provvedimento di arresto disposto del giudice. Al primo interrogatorio di garanzia davanti al gip Luigi Dainotti, l’indagato (difeso dall’avvocato Mariapia Maier) si era avvalso della facoltà di non rispondere.
La sentenza di condanna a due anni e sei mesi è stata pronunciata in dibattimento dal giudice Enzo Truncellito. Ma sul piano giudiziario, l’imputazione, che inizialmente si è configurata come “stalking e incendio”, è stata successivamente riqualificata come “stalking (sebbene per un periodo inferiore a quello contestato) e danneggiamento seguito da incendio”. Questo, dunque, l’esito processuale.
«Innanzitutto dobbiamo leggere la motivazione del giudice - ha osservato l’avvocato Maier - e poi confidiamo nell’appello».
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