Trieste, condanna bis per la picchiatrice seriale
TRIESTE La coppia che aveva terrorizzato Barcola e San Giovanni non resta impunita. Anzi, ora è arrivata anche una condanna bis. Marta Mamolo, la quarantenne che accompagnava il coetaneo Umberto Kirchmayr nelle spedizioni punitive in strada, dovrà scontare una pena di un anno e dieci mesi di reclusione, oltre al pagamento di duemila euro alle vittime. La sentenza è stata emessa dal gup Luigi Dainotti in un’udienza di questi giorni in rito abbreviato.
Sono vari gli episodi che vengono attribuiti ai due picchiatori seriali. Marta Mamolo, in particolare, era in compagnia dell’amico Kirchmayr nel pestaggio avvenuto a Barcola, in Pineta, nell’estate 2016. Era una sera di fine agosto quando i due, infastiditi dal vociare di un gruppo di ragazzi che stavano facendo il bagno, avevano aggredito due minorenni. Un sedicenne era stato colpito ripetutamente al volto con una pietra e riempito di pugni e calci a terra: una furia violenta che gli aveva provocato la rottura di due denti e la frattura della mandibola. L’altra giovane era stata invece pestata mentre stava uscendo dall’acqua. La coppia di malviventi si era poi dileguata nascondendosi tra i cespugli. Ma i carabinieri non ci avevano messo troppo tempo per trovarli.
Non meno gravi i fatti documentati dalle forze dell’ordine a San Giovanni nell’ottobre 2016. Ma in questo caso si era trattato di una vera e propria persecuzione nei confronti di Edoardo Strippoli e delle sua famiglia. L’uomo, assieme alla moglie e i figli, erano stati presi a pugni, a bottigliate e inseguiti dai due aggressori in diverse occasioni.
In una circostanza Edoardo Strippoli aveva addirittura rischiato di perdere la vista a causa dei colpi subìti: era stato stordito da un violentissimo pugno all’occhio mentre passeggiava con i suoi due cani di piccola taglia. Il motivo? Sempre lo stesso: voglia di menar le mani. «Bastava guardarli - avevano spiegato le vittime, incredule e spaventate - e soffermarsi su di loro per un attimo, e Kirchmayr scattava. E se uno si difendeva, il picchiatore ripartiva all’attacco». Questo, dunque, il modus operandi della coppia di picchiatori seriali.
Marta Mamolo, comunque, era già stata condannata per aver aggredito una commessa in seguito a un furto di profumi e di altri prodotti nel negozio Prodect all’interno dell’Oviesse di viale XX Settembre. La pena inflitta dal giudice, nel marzo 2017, era stata di due anni e 20 giorni. Mamolo era stata arrestata dagli agenti della Squadra volante il primo novembre 2016. Era stata bloccata all’uscita dal negozio da alcuni passanti e quindi dalla commessa che l’aveva inseguita. Prima di rubare i profumi e poi fuggire, la donna si era anche presa un giubbetto togliendolo da un manichino all’ingresso del magazzino del viale.
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