Trieste con un occhio chiuso: 20 telecamere ko su 60
Il sistema di videosorveglianza cittadino fa acqua da tutte le parti. Nel corso degli scontri tra tifosi di Cagliari e Udinese, per raccogliere elementi necessari alle successive indagini, serviva che le telecamere di sorveglianza sistemate su piazzale Valmaura venissero indirizzate su un punto preciso della piazza. Niente da fare, il dispositivo non funzionava correttamente. Una recente indagine dei carabinieri necessitava di determinate riprese effettuate da un’ altra telecamera. Niente da fare, il dispositivo non funzionava.
Delle 60 telecamere che vegliano sulla città, almeno una ventina ha problemi: qualcuna è addirittura spenta, altre non hanno l’orario di ripresa tarato correttamente, alcune sono rotte e non riescono ad essere puntate nell’eventualità vi sia una specifica necessità ma si muovono spaziando da una parte all’altra dell’area interessata senza potersi bloccare. A rimetterci l’esito di qualche indagine e la sicurezza dei cittadini. Il sistema di videosorveglianza sta facendo flop in diversi punti della città, in zone centrali e periferiche.
Tra le telecamere rotte o comunque con dei problemi di funzionamento, c’è quella sistemate all’incrocio tra via Roma e via Valdirivo, quella in piazza della Libertà all’incrocio con via Pauliana, quella in piazza Hortis oltre ad alcune sistemate in via Giulia all’altezza di via dello Scoglio, in Largo Roiano o in piazzale Valmaura. I dispositivi sono di proprietà del Comune e il servizio di manutenzione è stato appaltato ad una ditta esterna. Le telecamere trasmettono tutte immagini a colori e sono brandeggianti, ovvero oscillano da una parte all’altra della zona monitorata. Trasmettono in tempo reale le immagini della vita pubblica triestina al centro radio della polizia locale di Largo Granatieri. Lì i monitor visualizzano 24 ore su 24 cosa accade tra le vie cittadine. Ma su richiesta di polizia, vigili urbani, carabinieri, guardia di finanza, per risolvere un caso, per acquisire elementi aggiuntivi o per prevenire situazioni a rischio, l’occhio della telecamera può essere puntato su un punto specifico dell’area coperta da quel apparecchio.
Il sistema di videosorveglianza costa in media all’anno all’amministrazione comunale 200 mila euro, «170 mila per la trasmissione dei dati – specifica il vice sindaco Fabiana Martini che detiene anche la delega alla Sicurezza – e il resto per la manutenzione».
Martini ammette ci siano dei problemi: «Ho in evidenza problemi di funzionamento su 12 dispositivi – specifica – le criticità si sono accentuate dopo il forte temporale dello scorso 11 luglio. L’appalto alla ditta che si occupava della manutenzione è scaduto lo scorso gennaio – spiega – ma essendo in esercizio provvisorio non è stato possibile indire una nuova gara per riappaltare il servizio. Il patto di stabilità non ha permesso inoltre di autorizzare spese per la manutenzione». E una parte del sistema di videocamere è andato in tilt. «Ora che il bilancio è stato approvato, – spiega Martini – nel giro di qualche settimana, al massimo un mese, verrà effettuata la manutenzione e la riparazione delle telecamere che hanno evidenziato dei problemi, poi avvieremo l’iter per bandire la nuova gara d’appalto per assegnare il sistema di manutenzione». «Non abbassiamo di certo la guardia in fatto di sicurezza –– basta considerare il fatto che anche di fronte alla necessità di effettuare dei tagli nel corso dell’ultimo bilancio, quel capitolo di spesa non è stato toccato e le risorse messe a disposizione non sono variate». La città oggi è dotata di un buon numero di videocamere di sorveglianza, i punti sensibili sono tutti sotto l’attenzione dell’occhio elettronico. Il tribunale, la stazione ferroviaria, le piazze, le gallerie, i sottopassaggi, le principali vie di scorrimento anche periferiche o la zona in Cavana sotto la Curia sono monitorate minuto per minuto.
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