Trieste, compensi dimezzati nelle spa del Comune
TRIESTE Un taglio del 57,88%, pari a un risparmio di 523.205,48 euro annui. Oltre mezzo milione recuperato. Roberto Cosolini esibisce con orgoglio la sua revisione degli incarichi nelle società partecipate dal Comune di Trieste, avviata dall’immediato post elezioni del 2011 e alimentata nel prosieguo del mandato.
Risultato: se nel maggio di quattro anni fa il totale dei compensi degli “indicati” dal Municipio aveva toccato la cifra di 903.905,48 euro, attualmente tale dato arriva a 380.700 euro. «Quando sono diventato sindaco, ho trovato una sorta di stipendificio nelle partecipate», una frase che riassume in maniera efficace il suo pensiero.
Assieme agli uffici comunali e alla giunta (senza contare il “naturale” confronto politico specie all’interno del Pd), ha allora iniziato a sforbiciare qua e là. «C’era un numero di amministratori elevato, alto anche laddove questi non erano necessari - osserva il primo cittadino -. E vi erano incarichi ben retribuiti, anche da consigliere, pur senza prevedere responsabilità operative. Molti protagonisti della vita politica cittadina si erano alternati in tali posti».
Il riferimento è, per citarne alcuni, ai casi del passato ad esempio del leghista Massimiliano Fedriga nel cda di AcegasAps, dell’ex aennino Fulvio Sluga nominato vicepresidente di Trieste trasporti o ancora dell’ex presidente della Provincia e oggi coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Fabio Scoccimarro quando si trovava al timone di Esatto.
AcegasApsAmga Sull’ex municipalizzata, nell’ambito dell’operazione Hera, il Comune ha completato un riassetto che vede innanzitutto un membro indicato nel cda e nel Comitato esecutivo del gruppo: si tratta dell’ex governatore Riccardo Illy, la cui relativa indennità è di 60mila euro.
In AcegasApsAmga ci sono poi, di nomina comunale, il presidente, l’avvocato Giovanni Borgna (indennità da 60mila euro annui), e il consigliere Nico Costa, ex segretario del Pci. Quest’ultimo è anche presidente della controllata Sinergie e porta a casa 40mila euro più i 25mila per il ruolo nel cda di AcegasApsAmga.
In precedenza, la situazione era decisamente diversa: la holding che controllava AcegasAps vedeva il presidente percepire 38.193,12 euro e tre consiglieri scelti da palazzo Cheba 13.500 euro ciascuno; nel consiglio di amministrazione della spa 214mila euro per il presidente (per anni Massimo Paniccia), 40mila per il vicepresidente e 25mila - cui sommare ulteriori gettoni legati all’attività in altri organi interni - per i consiglieri. Nel 201l, e sino all’aprile 2012, a guidare Sinergie (con compenso da 90mila euro all’anno) era Manlio Romanelli, fino all’ottobre 2011 numero due di AcegasAps.
Esatto La società che gestisce per il Comune le entrate da tributi e servizi ha visto il suo cda passare da cinque a tre componenti, con riduzione delle indennità. Al presidente, l’ex dirigente comunale Corina Sferco, vanno 17.500 euro quando al suo predecessore 35mila. Identico il quantum per i due consiglieri: l’altro di designazione municipale è Vincenzo Di Maggio, che dirige l’area Risorse economiche e finanziarie del Comune e che in busta paga si vede riconoscere due terzi dello “stipendio” di Esatto mentre un terzo resta nelle casse comunali. I 17.500 euro sono superiori sia ai 10mila dei consiglieri sia ai 15mila del vicepresidente pre-revisione.
Trieste trasporti Le unità nel cda della società che gestisce il trasporto pubblico locale non sono mutate: sempre sette teste, di cui quattro scelte dal Comune. Nella fattispecie, il presidente Giovanni Longo, la vice Giuliana Zagabria e i consiglieri Gianfranco Patuanelli e Marino Quaiat. Per il primo 36mila euro annui, per la seconda 21mila, per ognuno degli altri due 15mila.
Prima dei tagli cosoliniani le cifre erano rispettivamente di 46.680,48, 30mila e 25mila euro. Negli esercizi 2008, 2009 e 2010 all’allora presidente in quota Fi Dario Fischer era stato assegnato inoltre un premio da 50mila euro. Nel 2014, a Longo sono andati eccezionalmente 30mila euro aggiuntivi considerata la mole di lavoro in più per la preparazione della documentazione utile a partecipare alla gara europea per il Tpl.
Amt trasporti srl Chi controlla le quote pubbliche (60,06%) in seno proprio a Trieste trasporti è Amt trasporti srl, società in liquidazione. Già presidente confermato da Cosolini subito dopo l’elezione, Adriano Del Prete - il finiano che aveva rimesso il suo mandato nel post-voto 2011, gesto molto apprezzato dal sindaco - è andato a ricoprire pure la veste di liquidatore. Figura unica, mentre il vecchio assetto contemplava tre elementi nel cda: il presidente, a 16.200 euro annui, e due consiglieri, con 8.100 euro per ciascuno. Al liquidatore, oggi, vanno proprio 16.200 euro.
Amt Spa Di 25mila euro è invece la somma erogata quale compenso al commercialista Stefano Podda in qualità di liquidatore di Amt Spa, le cui funzioni nel settore dei parcheggi a pagamento in superficie sono state ereditate da Esatto. Anche qui, prima della “rivoluzione”, tre gli effettivi del consiglio di amministrazione: ultimo presidente - con indennità di 42.432 euro - l’avvocato Andrea Polacco, indicato allora in quota Pdl, e con lui i consiglieri - per entrambi 15.600 euro annui - Lorena Zonta (Lista Dipiazza) e Dario Bruni (Pdl-Fi).
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