Trieste, compagni e “rivali” uniti in fila per l’ultimo saluto a Cuffaro
TRIESTE Una fila lunghissima e muta, formata da tante persone in piedi, pazienti, sulle scale del Municipio, pronte a sfidare un caldo opprimente in attesa del momento nel quale poter accedere alla sala del Consiglio comunale e rendere così l’estremo saluto ad Antonino Cuffaro, lo storico esponente del Partito comunista italiano, scomparso all’età di 87 anni.
È questa la testimonianza che Trieste ha voluto dare, ieri, a una delle figure più rappresentative della storia della sinistra italiana nel nostro Paese. Attorno alla bara, al centro della sala che lo vide tante volte protagonista del Consiglio comunale, di cui fu componente nella legislatura che iniziò nel lontano 1962, oltre ai familiari, una folla eterogenea, composta sia da compagni di partito sia da quanti, pur non condividendone la visione politica, ne hanno sempre apprezzato la correttezza e l’onestà intellettuale.
Accanto al feretro, la bandiera di quel Pci di cui Cuffaro fu per l’appunto uno dei principali esponenti, fino al suo scioglimento, e di cui fu tra i rifondatori, tre anni fa. Della vita e dell’impegno di Antonino Cuffaro, arrivato a ricoprire importanti incarichi di governo sotto le presidenze di D’Alema e Amato e da sempre figura di riferimento in campo scientifico, in tanti hanno voluto ricordare i passaggi salienti.
Da Bruna Zorzini Spetic, per molti anni assieme a Cuffaro nell’ambito del Pci, che lo ha definito «un compagno dotato di grande coerenza, dirittura morale e capacità di mediazione», fino al sindaco Roberto Dipiazza, che ha parlato di «un uomo straordinario, al quale sono stato sempre legato, al di là della diversità delle idee».
Sono seguiti gli interventi commemorativi di Roberto Cosolini che, come sindaco, gli conferì il Sigillo trecentesco nel 2012, Mauro Alboresi, attuale segretario nazionale del nuovo Pci, Giorgio Rossetti, già eurodeputato e storico esponente politico della sinistra triestina, Mauro Gialuz, presidente dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Fvg, Sergio Paoletti, presidente di Area Science Park, Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale, che ha sottolineato «le grandi capacità di dialogo fra le diverse idealità e anime del centrosinistra, e infine Claudio Magris.
«Nino Cuffaro è stato una personalità generosa – ha detto Magris – e un amico vero. Il suo comunismo – ha ricordato – lo definisco antitetico a quella presuntuosa palude radicaloide che oggi corrode la sinistra, che si agita per altro invece che per il diritto al lavoro e al pane quotidiano. L’azione politica di Nino è stata contraria a ogni settario estremismo – ha concluso lo scrittore – e mai faziosa».—
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