Trieste, Codarin capo "a tempo" dell'Università popolare
Il vicepresidente Renzo Codarin traghetterà l’amministrazione dell’Università popolare di Trieste verso l’elezione di un nuovo presidente, dopo le dimissioni di Fabrizio Somma. È quanto è stato deciso ieri dal direttivo dell’ente di piazza Ponterosso. Una riunione che, fanno sapere i membri dell’organo, aveva un carattere interlocutorio, volto a dare una linea di massima sulla direzione da prendere in una fase delicata dell’Upt: non c’è soltanto il presidente da eleggere, infatti, ma bisogna individuare anche il nuovo direttore generale, dopo il licenziamento dello storico dirigente Alessandro Rossit. Una posizione a cui concorre lo stesso presidente dimissionario, Somma. La valutazione dei candidati al ruolo, spiega il membro del direttivo Massimiliano Rovatti, è stata al centro della riunione di ieri: «Gli aspiranti direttori generali sono quattordici, si tratterà di una valutazione non facile da fare – dichiara Rovati –. Il posto è ambito, e al contempo è anche un posto di grande responsabilità, importante per le attività dell’Università popolare e per le persone che ci lavorano. I candidati non sono tanti quanti quelli di un concorso pubblico, l’Upt è un ente di diritto privato, ma è comunque un passaggio complesso. Ci vorrà del tempo».
Nel frattempo, si diceva, il cardine di questa fase di interregno sarà il vicepresidente Renzo Codarin, storico esponente dell’Anvgd, entrato a far parte del direttivo alla morte del vicepresidente precedente Manuele Braico. A Codarin spetterà dunque il compito di «portare avanti l’amministrazione dell’Università», dice Rovatti. Nel frattempo si procederà a svolgere i passaggi burocratici necessari all’elezione di un nuovo presidente. Spiega il membro del direttivo: «Quando Somma si è dimesso da presidente, si è dimesso anche da delegato della Regione nel direttivo». Senza l’esponente della Regione non potrà essere eletto un nuovo presidente, sicché l’Upt attende la pronuncia dell’ente guidato da Debora Serracchiani. Sembra che non manchi molto, e che il nome del prossimo rappresentante regionale sia imminente. A quel punto l’ente potrà designare la sua nuova guida. Dice ancora Rovatti: «La decisione dovrebbe arrivare a brevissimo termine, a giorni.
La Regione ha tutti gli interessi a dare il suo supporto e a evitare ulteriori rallentamenti. A quel punto riuniremo il Consiglio di amministrazione, il nuovo delegato entrerà a far parte del direttivo e potremo riprendere a pieno regime. Purtroppo la sovrapposizione dell’assenza di un presidente e di un direttore generale rende tutto un po’ più complicato. Quando gli organi sono privi di rappresentanti diventa difficile poter decidere».
Si tratta di un momento che ha suscitato più di qualche perplessità nel mondo dell’esodo. Il presidente della Fondazione Rustia-Traine Renzo De’ Vidovich, nelle settimane scorse, ha indetto una conferenza stampa per denunciare come i mutamenti ai vertici dell’ente si sovrappongano alla decisione, da parte del Parlamento, di conferire all’Università popolare la supervisione dei fondi affidati dal governo alle associazioni degli esuli. Associazioni di cui proprio Codarin è un esponente di primo piano, il che per De’ Vidovich porrebbe il problema di una sua potenziale presidenza dell’Upt.
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