Trieste città metropolitana con la riforma delle autonomie
L’annuncio arriva dal governatore Renzo Tondo e l’assessore regionale Federica Seganti. Il progetto è già definito: ci sarà un referendum, poi spariranno Provincia, consigli comunali ed Ezit. Ma, assicura l’assessore leghista, "la riforma porterà indubbi vantaggi al territorio"

TRIESTE. Renzo Tondo lo annuncia, Federica Seganti lo conferma: la riforma delle autonomie locali conterrà il riconoscimento della città metropolitana di Trieste. Il progetto è già definito: previo referendum, costerà il sacrificio della Provincia, dei Consigli comunali e dell’Ezit. Ma, assicura l’assessore leghista, «porterà indubbi vantaggi al territorio». Il primo commento in città? Di Roberto Dipiazza: «Non si può non essere favorevoli».
L'IPOTESI
La bozza del ddl è pronta da settembre. «Ora - dice la Seganti - bisogna rompere gli indugi». L’articolo più rivoluzionario è quello che riguarda l’ipotesi della città metropolitana di Trieste, «solo di Trieste», da disegnare sul territorio dell’attuale Provincia. Eliminando la Provincia e costituendo un Consiglio «che sostituirebbe le assemblee provinciali e comunali». La rappresentatività territoriale? «Sono previsti i collegi».
CHI SI SALVA
Seganti precisa inoltre che i consiglieri sarebbero 40 e che, nel nuovo organismo, «verrebbero inglobate anche le funzioni dell’Ezit, sia di tipo gestionale che urbanistico». A salvarsi, invece, municipi e sindaci: «Rresterebbero operative le case comunali e si voterebbero comunque i primi cittadini». E il presidente? «Non è stata ancora definita la carica ma toccherebbe al sindaco di Trieste».
LE PROPOSTE
Il presidente della Regione, annunciando ieri la novità in un’intervista tv, ha tuttavia commentato: «Non so se questa sia la soluzione dei problemi del capoluogo giuliano». E ancora: «La soluzione passa soltanto per la coesione di una regione così piccola». Un’apparente frenata che non preoccupa l'assessore: «Siamo solo alla fase delle proposte, le porteremo avanti, discutendone in maggioranza. Sarò ben contenta, su una materia non facile, di contare su contributi puntuali mirati a risolvere i problemi concreti dei cittadini».
I VANTAGGI
Ma che vantaggi può produrre la città metropolitana per l’area triestina? «Sicuramente riusciremmo a semplificare questioni gestionali e urbanistiche e a realizzare interventi omogenei sul territorio. Ma ci sarebbe anche la possibilità di risparmiare sulla spesa in alcuni settori delle autonomie locali e di favorire maggiori introiti in relazione alle funzioni svolte. L'intenzione - anticipa la Seganti - è di dare alla città metropolitana più competenze e, di conseguenza, più fondi».
IL REFERENDUM
Come arrivarci? E in che tempi? Sarà necessario un referendum, «che non prevede quorum», per sondare la volontà dei cittadini di Trieste e provincia di cambiare radicalmente assetto istituzionale. Quanto ai tempi, la Seganti ritiene «difficile» che la città metropolitana possa nascere prima del voto del 2011 ma entro la legislatura sì, «si può fare». Insomma, il progetto già inserito nella riforma Iacop del 2006 e rilanciato da Uberto Fortuna Drossi, il Cittadino che ha creato un comitato ad hoc e steso una legge di iniziativa popolare, entra nell'agenda della giunta Tondo. C’è già il via libera del sindaco Dipiazza. Che si preoccupa delle reazioni dei sindaci sloveni: «Non so come la prenderanno». Ma non ha dubbi: «Sono favorevole».
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