Trieste città di anziani e di gente che studia poco
Che Trieste sia un covo di vecchietti - dove per un residente in età lavorativa ce n’è un altro che va a scuola o è in pensione - è un’etichetta ormai indolore, che la città si stacca e si riappiccica di continuo e che anzi esibisce a volte come motivo di vanto: qui in fondo si vive bene. E a lungo. Non è un mistero poi - una causa è proprio l’elevata presenza di over 65 - che qui una bella fetta di residenti, quasi uno su tre (il 31%), campi di pensione o viva di rendita. A conferma che qui i soldi ci sono ma non girano. Che però Trieste - orgogliosa d’essere pure una capitale della scienza - sia allo stesso tempo una città dove si studia poco, o se vogliamo meno che altrove in Italia e nel resto d’Europa, questo è un dato di fatto meno rinomato. Di cui - benché possa essere ricondotta ancora all’alta incidenza di anziani - andar meno fieri.
Il grado d’istruzione è una delle istantanee più interessanti tra quelle del 15.mo censimento, di cui il Comune ha diffuso ieri in via provvisoria i primi numeri riguardanti lo stato della popolazione, immortalato al 9 ottobre 2011. Il titolo di studio dominante in città è la terza media: l’ha presa il 33 e mezzo per cento dei residenti. Un triestino su tre, tondo tondo. Uno su quattro ha conseguito il diploma superiore: la percentuale è del 25 e mezzo. E la laurea? Affare per pochi, al confronto. Al 12,2% che dichiara di averne una lunga da quattro anni o più, si aggiunge un tre e mezzo per cento che vanta una laurea breve, una triennale per intendersi, o in subordine un vecchio diploma universitario o un diploma accademico d’arte.
Il tempo dei paragoni ufficiali non è ancora maturo: Trieste è una delle nove città-pilota che hanno elaborato i questionari cartacei in house ed è stata così autorizzata dall’Istat a rendere nota in anticipo una significativa serie di dati provvisori. Il 31 dicembre usciranno quelli completi e validati in tutta Italia. Restano però i numeri di base già noti, per mestiere, al servizio di Statistica. La percentuale di laureati triestini sta sotto quella espressa da quasi tutte le altre città-pilota, ed è inferiore tanto alla media nazionale antecedente al censimento, che si attesta oltre il 20%, quanto soprattutto al trend europeo, attorno al 34,5%. Dai raffronti con l’esterno a quelli in casa. Il 12,2% di laureati di cui sopra è più basso della percentuale dei triestini con la quinta elementare: il 13,6%. Un ulteriore 4,3% non ha titolo di studio, ma dichiara di saper leggere e scrivere (il 13% ha più di 75 anni, il 77% meno di dieci, ma più di sei) mentre uno 0,44% dice di non saper fare neppure quello. Quel decimale equivale a 835 persone. Che, è desumibile, si saranno fatte compilare per forza il censimento da qualcuno.
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