Trieste, cinque sfidanti in corsa per gestire Casa Francol

La trasformazione in struttura turistica dello storico edificio in Crosada  fa gola a quattro aziende e una cordata. In autunno il verdetto del Comune
Lasorte Trieste 22/05/18 - Via Crosada, Casa Francol
Lasorte Trieste 22/05/18 - Via Crosada, Casa Francol

TRIESTE “Manita” per casa Francol. L’antico edificio, proprietà del Comune in zona Urban, si riscatta dal lungo abbandono e mette a segno cinque manifestazioni di interesse che s’insaccano nella rete dei Lavori pubblici. Alla scadenza fissata a metà maggio sono cinque i soggetti, quattro aziende e una cordata, che hanno detto di credere a un project financing pubblico-privato, il cui obiettivo è fare di casa Francol e adiacenze una struttura ricettiva dove i sempre più numerosi viandanti in visita a Trieste possano trovare alloggio.

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Si sono candidati a operare d’intesa con il Comune Omnia Costruzioni, Rosso srl, Calembour, Hotel Urban. E l’associazione temporanea d’impresa “Urban Casa Francol” formata da Andrea Monticolo, da Luca Foti, da Massimo Iesu, dagli architetti Ervina Bette e Mauro Trani, da Gabriella Kropf. Si tratta evidentemente di profili differenti: Omnia e Rosso sono aziende che collaborano con il Comune da anni in veste di appaltatrici; Calembour è una casa editrice condotta da Rino Lombardi, ideatore del museo della bora; le quattro stelle dell’hotel Urban, guidato da Manuel Costantin, sono quasi confinanti con casa Francol. Infine, nella cordata “a sei” convivono esperti dell’impiantistica come Monticolo e Foti, imprenditori dell’ospitalità e del turismo come Gabriella Kropf, esponenti del mondo professionale.

Prima di presentare le rispettive proposte, il “pentacandidati” ha incontrato il direttore dell’area lavori pubblici Enrico Conte, che ha fornito informazioni sulla natura dell’operazione prospettata. Adesso il “dossier Francol” sarà studiato dalla dirigenza comunale, che si rapporterà con gli assessori Elisa Lodi e Maurizio Bucci.

Alla luce delle indicazioni, che emergeranno dalle proposte presentate, verrà formulato un nuovo avviso, incaricato di un ulteriore vaglio del mercato, per verificare se nel frattempo non fosse maturato qualche altro offerente. Detto avviso decollerà rapidamente, prima dell’estate, e resterà “affisso” all’albo pretorio per una settantina di giorni. Al termine del periodo, il Comune tirerà le fila e valuterà come e con chi procedere: Conte, soddisfatto di questo primo giro di tavolo, è certo che la decisione avverrà nel prossimo autunno.

Il “dossier Francol” ha avuto negli ultimi mesi un’inaspettata accelerazione. Il momento topico cade nel novembre 2017, quando il sindaco Roberto Dipiazza, dopo aver scartato alcune vecchie/nuove idee di recupero (infopoint, casa delle associazioni, sede Esatto), opta per un radicale cambio di marcia e si orienta verso un uso turistico-residenziale «perchè il Comune non può solo spendere ma deve anche incassare».

Nella primavera successiva il Comune “spicca” un pubblico avviso allo scopo di trovare alleanze private per un project financing: ha a disposizione ancora 1,4 milioni di euro, risalenti all’europrogetto Urban finalizzato a riqualificare Città Vecchia, e intende non solo recuperare la singola Casa Francol, ma realizzare un nuovo edificio nel sedime adiacente, riassettare l’asse viario di via Crosada, dare vita a un complesso dotato di caffè, ristorante, musica, così da concorrere alla gestione economica dell’operazione.

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A suo tempo, quando in Soprintendenza sedeva ancora Corrado Azzollini, la pubblica tutela del bene culturale sembrava favorevolmente disposta nei confronti della proposta: si tenga presente che a poche decine di metri da Francol insiste una zona archeologica.

In buona sostanza, il “dossier Francol” si articola su quattro opportunità riqualificative: la vecchia casa su quattro livelli, l’Umi 13 - dove si possono costruire alloggi per 933 mq e attività commerciali per 175 mq -, via di Crosada da recuperare come pedonale al servizio di San Giusto e di Cavana, l’ex parcheggio delle vetture comunali.In tutto una potenzialità di quasi 3 mila metri quadrati in una delle ultime porzioni di Città Vecchia ancora in attesa di “redenzione”.

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