Trieste, «Ci siamo addormentati con il cadavere in giardino»

«Siamo rincasati con il buio e non ci siamo accorti di nulla fino al mattino dopo. Quando l’ho visto a terra ho pensato simulasse un malore per poi aggredirmi»
Lasorte Trieste 04/12/17 - Vicolo Scaglioni 12, Villa, Ladro Morto
Lasorte Trieste 04/12/17 - Vicolo Scaglioni 12, Villa, Ladro Morto

A Trieste ladro si arrampica, cade e muore: le testimonianze

TRIESTE. Una notte con un morto in giardino. Ha il sonno leggero, la signora Gabriella Bertoli: il frastuono di una grondaia che si stacca dal muro di casa, proprio sotto la finestra della camera da letto, l’avrebbe certamente svegliata. Così come un corpo che precipita a terra. Il cane, un tenero boxer, avrebbe cominciato ad abbaiare all’impazzata. «Certo - osserva la donna, settantenne - su questo non c’è alcun dubbio: io apro gli occhi sempre al minimo rumore».

Invece lei e il marito, il dottor Giuliano Bertoli, non si accorgono di nulla fino al mattino successivo. Ieri. Quando arrivano a casa, a mezzanotte di domenica dopo un fine settimana in Carnia (erano partiti venerdì sera tardi), lei scende dall’auto con il cane al guinzaglio. Il marito, intanto, parcheggia. A quell’ora la villa è al buio e di quel cadavere, steso sotto la tettoia, è immerso nell’oscurità. Ci passano accanto, però. «Le luci erano spente - rammenta Gabriella - né io né lui abbiamo visto alcunché. Siamo entrati e siamo andati subito a dormire».

Lasorte Trieste 04/12/17 - Vicolo Scaglioni 12, Villa, Ladro Morto
Lasorte Trieste 04/12/17 - Vicolo Scaglioni 12, Villa, Ladro Morto


Il giorno dopo, lunedì, il dottor Bertoli esce dalla villa di buon mattino. Ma non prende l’automobile in garage, va a piedi. Quindi non si avvicina al punto in cui giace la salma. «Io - riprende la moglie - sono invece un po’ pigra e ho preso l’auto. Dovevo andare a ginnastica, erano le otto. Ma avevo scordato le chiavi - ripercorre - così mi sono voltata di scatto per rientrare a casa e ho notato, poco più in là, una cosa blu». Erano le scarpe e i pantaloni del cadavere. La signora li scorge da davanti. Quindi sulle prime non ha la percezione dell’intera sagoma. «Non appena mi sono avvicinata di qualche passo ho visto tutto il corpo...».

La salma era di schiena, così come il ladro è caduto. «No, non c’era sangue», conferma la signora». Gabriella prende paura, come a chiunque capiti di trovarsi un cadavere dinnanzi. Ma lo spavento che le prende e che le mozza il respiro, è per un altro motivo. «Sì perché non ho pensato a un morto, bensì a qualcuno che stesse fingendo per poi saltarmi addosso. Pensavo che fosse un uomo che simulava per farmi del male e derubarmi. Questo ho pensato». Temeva un’aggressione, la settantenne. Quindi fugge. Fugge senza voltarsi verso il portone di ingresso della villa. Si chiude dentro a chiave. Trema. Prende il cellulare e telefona a un parente carabiniere. «Ho chiamato mio genero che è maresciallo a Palmanova - precisa - gli ho detto “Vittorio...in giardino c’è...». La voce è concitata. Fuori c’è qualcuno, qualcosa, che la angoscia. E la donna è sola. Dentro, nella villa, ci sono solo lei e il cadavere.

Il maresciallo contatta immediatamente i colleghi a Trieste. Sono le otto e i militari arriveranno nel giro di una decina di minuti. «Sono rimasta barricata dentro, senza muovermi, fintanto che non sono entrati i soccorritori. Sono stati velocissimi, così come l’ambulanza. Anzi, vorrei ringraziare i carabinieri e i sanitari per la rapidità con cui sono intervenuti e per la competenza dimostrata in una situazione del genere».

Sul posto, tanto gli uomini dell’Arma, quanto i medici, non possono che constatare il decesso del montenegrino. L’uomo è morto da ore. Forse la notte prima. Saranno le indagini, a cominciare dall’autopsia, a rivelarlo.

La donna racconta la brutta avventura con calma, ricostruendo pezzo dopo pezzo i fotogrammi di quella mattina e della sera precedente. «Posso dire una cosa?», riprende. «Una persona che muore non fa mai piacere, anche se è un ladro che voleva derubarci. Sono addolorata per questo uomo che è deceduto - prosegue - è un dramma. Un dramma per lui, la sua famiglia e per noi».

Ma la villa è sprovvista di sistemi di vigilanza. «Non è mai successo niente. E io e mio marito abbiamo sempre pensato che il muro che circonda il giardino fosse sufficiente, così come le inferriate sulle finestre. Ma non è così - afferma - ora installeremo telecamere e allarmi. Consiglio di fare altrettanto a chi vive qui».

(g.s.)
 

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