Trieste, Cgil-Federconsumatori: nasce la “task force” contro le bollette pazze
TRIESTE «Tutta la filiera acqua-luce-gas è in gioco: è uno stillicidio di piccoli/grandi disagi, che vanno dalla fila allo sportello alle fatture sbagliate, dalle bollette “stimate” ai ritardi nella spedizione delle bollette stesse, fino ai ritardi dei rimborsi in caso di errore». Parola di Angelo d’Adamo, che, oltre a essere consigliere comunale “dem”, è presidente di Federconsumatori. Troppi sbagli, troppe proteste, troppa gente - soprattutto anziani - disorientati davanti ai falli commessi dalle utilities.
Perchè le “patologie” rilevate non riguardano in verità solo AcegasApsAmga, ma un po’ tutto il pluriverso dei gruppi - alcuni molto grandi - che operano nell’erogazione di servizi essenziali come acqua, luce, gas. Su un migliaio di contatti gestiti da Federconsumatori, il 40% si concentra sulle utenze energetiche. D’Adamo, ragionando sulla base di statistiche nazionali, ritiene credibile che a Trieste i reclami viaggino sulle 1400 unità annue.
Sta insomma montando un problema sociale. Allora Federconsumatori e Cgil si sono dette: bisogna fare qualcosa per sottrarre l’utente alla fredda e distante logica del “call center”, che sarà pure cortese e professionale, ma è soltanto un passacarte di proteste che vengono poi inesorabilmente inghiottite dagli archivi societari.
Primo passo della collaborazione un protocollo d’intesa, sottoscritto dallo stesso D’Adamo e dal segretario generale del sindacato Adriano Sincovich, per cui Cgil raccoglierà e girerà a Federconsumatori tutte le proteste e le contestazioni di cui verrà a sapere. Dal canto suo Federconsumatori condurrà una “istruttoria” su questi casi trasmessi dal partner sindacale. «Difesa del reddito e dei diritti di cittadinanza», ha incalzato Giorgio Uboni, responsabile dei pensionati cigiellini che fungeranno da principali recettori della protesta.
D’Adamo e Uboni raccontano di un dossier stacolmo, sopratttto per le bollette correlate al cosiddetto “mercato libero”. I contatori vengono letti talvolta a scadenze quinquennali, le fatture sono sotto-stimate per lungo tempo poi improvvisamente arriva la mazzata che mette in ginocchio il pensionato ma anche la piccola ditta. Le utilities rispettano raramente il termine dei 40 giorni per rispondere alle contestazioni. Nei casi di debiti non onorati, le aziende appaltano il recupero del credito a imprese specializzate che tendono a farsi vive con una certa spregiudicatezza. In tema di ritardi, lo stesso Uboni aspetta dal 19 marzo un rimborso di 427 euro da AcegasApsAmga.
Sincovich non ci sta a lasciare che la questione-bollette cronicizzi. «Siamo un sindacato con 22 mila tessere a Trieste e gli sbagli sulle bollette rappresentano un punto di sofferenza sociale che non possiamo ignorare. Abbiamo firmato accordi con AcegasApsAmga e vogliamo sapere dal direttore generale Roberto Gasparetto l’entità statistica della protesta».
«Il rapporto tra AcegasApsAmga e il territorio - riprende l’esponente cigiellino - deve passare anche attraverso l’azionista Comune e le organizzazioni sindacali. Alla Cgil, come a Cisl e a Uil, interessano due temi in particolare: la qualità del rapporto con l’utenza e gli investimenti. Una volta AcegasAps pesava sul territorio per 100 milioni: e oggi quanto vale la sua presenza in termini di acquisti di beni e servizi?».
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