Trieste, centri estivi alla coop bocciata un anno fa
TRIESTE La gestione dei centri estivi comunali 2016 va alla Solidarietà e servizi, cooperativa di Busto Arsizio, in provincia di Varese. Una realtà che si aggiudicò l’appalto anche nel 2015 ma alla quale il Municipio triestino tolse poi l’affidamento, annullando l’assegnazione perché l’offerta economica presentava delle incongruenze fra prezzi unitari e prezzo totale proposto. Così l’incarico andò al raggruppamento temporaneo fra le triestine Duemilauno agenzia sociale (capofila) e La Quercia e la friulana Arteventi: un passaggio che assicurò la continuità rispetto ai sedici anni precedenti. Ora le cose cambiano. L’aggiudicazione è avvenuta, la firma sul contratto ci sarà al termine del periodo del cosiddetto “standstill”. Una partita, quella dei centri estivi, da 634.009,53 euro, Iva inclusa: questo il valore dell’appalto. Il servizio verrà assicurato a 736 bambini a settimana, con un totale di 3.410 posti disponibili fra giugno e agosto (420 per i giovanissimi in età da nido d’infanzia ma dai 12 mesi in su, 1.430 per la fascia da scuola dell’infanzia e 1.560 per quella da scuola primaria) e suddivisi in diversi turni.
La conclusione della gara, però, finisce nel mirino del MoVimento 5 Stelle Trieste. «Le realtà triestine continuano a essere penalizzate dalla giunta Cosolini - tuona il capogruppo in Consiglio comunale e candidato sindaco dei grillini, Paolo Menis -, che ha appena deciso di assegnare la gestione dei centri estivi ad una grossa cooperativa sociale di Busto Arsizio che fa parte della “galassia” della Compagnia delle Opere di Comunione e Liberazione, la Solidarietà e Servizi. In questo modo vengono tagliate fuori le piccole medie coop del territorio che avevano avuto l’incarico fino allo scorso anno. Dopo diciassette anni - insiste Menis - che il servizio veniva gestito da realtà locali, riunite in un raggruppamento temporaneo tra imprese cooperative, il Pd permette che anche questo venga affidato a grandi realtà di fuori regione, rompendo così una continuità che garantiva, anche ai bambini che necessitano di un supporto specifico, di essere seguiti dagli operatori con i quali si rapportano durante l’anno scolastico». Secondo l’esponente pentastellato non mancheranno conseguenze: «Abbiamo già visto in altre occasioni, come per le case di riposo comunali e le mense scolastiche, che affidando il lavoro a chi è distante da Trieste diventa difficile per l’amministrazione pubblica coordinare e controllare la qualità del servizio, che inevitabilmente va a scadere. Solo alcune settimane fa - conclude Menis - la giunta di centrosinistra si era impegnata a fare in modo che i bandi di gara per la fornitura di servizi fossero strutturati in modo da privilegiare le cooperative e le aziende locali, ma è evidente che questa rimarrà solo una promessa sulla carta e nulla più».
Accuse che l’amministrazione Cosolini respinge seccamente, per voce del suo assessore all’Educazione, Antonella Grim: «Menis dovrebbe studiare le norme che regolano il diritto amministrativo. L’aggiudicazione del bando spetta a commissione e dirigenti. La giunta fornisce solo le linee di indirizzo con le delibere. Un partito - tuona Grim anche nel suo ruolo di segretario regionale del Pd - non può certo influenzare le scelte della pubblica amministrazione: quello che afferma Menis è gravissimo». Sul bando specifico, infine, Grim ricorda come «la procedura di affidamento sia stata regolata dal sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con un peso dell’85% alla qualità della proposta e solo del 15% al prezzo. Non vi sarà alcuno scadimento del servizio. Inoltre - conclude - la cooperativa stessa ha assicurato che recluterà i lavoratori fra chi ha già operato nei centri estivi negli anni scorsi».
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