Trieste, cena elettorale di Camber. Manca Dipiazza
«Siamo qui per mandare a casa la peggiore amministrazione della storia di Trieste». Ma sarà vero? In località Mattonaia, al ristorante pizzeria Casa Rosandra (un piccolo confetto dove mangiare e...), si è tenuta lunedì sera la cena elettorale del “divo” triestino, in arte Giulio. Ovvero l’ex senatore Camber che da decenni muove i fili della politica triestina. Sinonimo di immobilismo per alcuni. Espressione del vero potere per altri.
Una cena in onore (ma in assenza) del candidato sindaco Roberto Dipiazza, il decamberizzatore camberizzato (secondo la definizione di Franco Bandelli). L’ex sindaco non era tra gli invitati. Alla fine si è tratta di una rimpatriata di Forza Italia con parecchi figliol prodighi tornati all’ovile. Una cena a buffet con mega spaghettata finale.
Camber, scaramantico come pochi, ha scelto lo stesso luogo delle europee del 2014 quando lanciò la candidatura di Sandra Savino che a Trieste riuscì nell’impresa di battere per 57 voti proprio Dipiazza travestito da Angelino Alfano (Ncd). Acqua passata. Ora è il candidato prescelto da quello che resta di Arcore (Silvio Berlusconi). E l’avvocato Camber fa buon viso a cattivo gioco forte, si dice, di un accordo scritto che opziona diverse nomine. Inoltre era stato proprio Camber per primo a pronunciarsi per il derby dei Roberti (Dipiazza contro Cosolini) salvo poi tentennare fino all’ultimo. Un modo per tenere Dipiazza sulla graticola.
Gli inviti alla cena di lunedì sono un chiaro messaggio. Assente il candidato sindaco erano presenti due ex della lista Dipiazza (il mitico consigliere comunale Alfredo Cannataro e il fondatore Angelo Pierini) che potrebbero trovare asilo politico tra gli azzurri. Un posto assicurato anche per il solitario Michele Lobianco che dopo la sbandata per Futuro e Libertà (al fianco di Roberto Menia) è pronto a un impegno civico azzurro: il suo ritorno a casa è stato festeggiato a Casa Rosandra. Nessun vitello grasso è stato comunque sacrificato.
Ad aprire la lista di Forza Italia dovrebbe essere Everest Bertoli, l’attuale capogruppo comunale. In un partito normale sarebbe la cosa più naturale. Non la più ovvia. Qualcuno sostiene che potrebbe alla fine essere adottato un asettico ordine alfabetico. Nel qual caso il consigliere circoscrizionale Michele Babuder, astro nascente di Forza Italia, starebbe davanti a Bertoli. Presente anche Piero Camber, fratello del divo Giulio, che non ha ancora deciso se ripresentarsi come consigliere comunale.
A tirare le fila della serata camberiana c’era ovviamente la parlamentare Sandra Savino, coordinatrice regionale degli azzurri e testimone del patto firmato ad Arcore tra Berlusconi e Dipiazza. Alla cena anche molti ex di Alleanza nazionale come il federale Sergio Dressi (che potrebbe essere tra i candidati), Angela Brandi, il vigile Fulvio Sluga e Piero Tononi con il suo carico di spese pazze. Tra i presenti anche il repubblicano d’antan Sergio Pacor, ex presidente del consiglio comunale, ex assessore e attualmente presidente del curatorio del Revoltella. Non si esclude una sua candidatura. C’erano anche i consiglieri del compianto Pdl che ancora sopravvive in Consiglio Comunale: Lorenzo Giorgi e Manuela Declich. Su quest’ultima ripone molte speranza il consigliere regionale Bruno Marini in grande spolvero a Casa Rosandra. Giulio e Sandra potrebbero chiedergli di candidarsi e lui (con l’elettorato istriano pronto all’uso) sarebbe pronto al doppio incarico per due anni. In Regione non ci sono più mandati possibili per lui che ne ha fatti quattro (uno più del previsto). Il politologo di San Vito, camberiano dai tempi del ginnasio, rischierebbe di dover tornare al lavoro tra due anni in una Provincia che non ci sarà più.
A Mattonaia si è rivisto anche il mitico Maurizio Bucci, l’ex assessore alle crociere, che ha lasciato lo scranno comunale a metà mandato. Un suo ritorno sarebbe un fuoco d’artificio in pieno giorno.
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