Trieste, Cavana rialza la testa nella ristorazione
Via Torino attacca, Cavana risponde. Non siamo alla battaglia dei rioni, anche perchè si parla di aree assolutamente limitrofe, ma di quella fatta magari per stabilire la superiorità di una zona ristorativa rispetto a un’altra.
Di via Torino si sa tutto. È il vero Eldorado attuale della cucina, di tutte le tipologie, e, tra gli addetti ai lavori, si vocifera che abbia tolto lavoro, e non poco, al territorio della Cittavecchia tradizionale. Di qui, forse, la controffensiva. Che si tradurrà, a breve, nell’apertura di un “Adoro Cafè” nella palazzina completamente rinnovata che si affaccia su piazzetta Cavana e che fu di proprietà del compianto presidente della Triestina Berti. Si tratta di un franchising dove si offre la possibilità di conoscere diverse miscele o caffè mono-origine ed apprezzarne tutte le caratteristiche attraverso diversi metodi di estrazione. Di sicuro è una metratura importante che, secondo indiscrezioni, sarà gestita dai titolari del Tenda Bar di Lignano Pineta, il cuore della movida della spiaggia friulana.
Bruciando le tappe, proprio di fronte, ha appena aperto “Al Cicchetto” , chiaramente ispirato agli analoghi locali veneziani. Nel foro, esteso per lungo e non in larghezza, già sede di una fioreria, si offrono adesso stuzzicherie da banco e vini decisamente degni di nota. Una più che discreta mescita, come è diventata quella, pure aperta recentemente, in via Crosada, un minuto a piedi, dai titolari delle “Botti”, casualmente pure loro in via Torino. Bene, in via Crosada, quello che fu un ambiente già piacevole all’insegna del “Pignolo” è diventato “L’Enoteca delle Botti”. Qui si va un po’ oltre i “fingerfood” anche se stanno ancora prendendo le misure. Rimane un foro di grande piacevolezza che, almeno fino alla Barcolana, può anche sfruttare lo spazio esterno.
Finito? Macchè. Quasi alla chetichella, nella limitrofa via Cadorna, proprio di fronte ad “Angelina”, ha aperto la “Carega”, con tanto di sedia sospesa nel vuoto a fare da logo. È l’idea di uno dei gemelli Marchetti (l’altro è rimasto a Marea Rive), tradottasi in una location che vi lascia senza fiato per l’obiettiva bellezza degli ambienti, con alberi sospesi e altre genialate. Si mangia anche bene, soprattutto carne, ma ne riparlarleremo.
Sta per finire, infine, la ristrutturazione infinita di quel posto sull’angolo tra la stessa via Cadorna e via San Giorgio destinato a chiamarsi “Mimì e Cocotte” e a sfornare cucina italiana tradizionale, con un occhio di riguardo a quella emiliana (la titolare, la giovane Giovanna, arriva da Bologna).
Dopo sofferenze infinite, legate soprattutto agli allacciamenti (ancora in divenire quello del gas, un vero psicodramma) c’è una data certa: il 21 settembre, alle 10 di mattina, il locale aprirà, sperando di poter già cucinare qualcosa. E sennò, nell’attesa, saranno bibite per tutti.
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