Trieste, catturato per sbaglio, il caso a Palazzo

Un’Altra Trieste chiede una seduta della commissione Trasparenza. M5S: «Come sono selezionati i vigili per la Procura?»
Una paletta della Polizia locale
Una paletta della Polizia locale

TRIESTE Più che una Commissione Trasparenza sul caso dell’esercente di 34 anni catturato mentre aspettava il verde per i pedoni in via Carducci in pieno giorno e sbattuto di colpo in un’auto nera dagli agenti di polizia giudiziaria della municipale, che poi però si sono accorti di aver arrestato la persona sbagliata, a Franco Bandelli andrebbe meglio una Commissione d’inchiesta. Elementare Watson, se solo si tiene a mente il proverbiale grado di “affetto” che lo lega al corpo della polizia locale fin dai tempi in cui, sette anni fa, quand’era ancora assessore, litigò furibondo in via San Michele con i “tubi” che avevano appena fatto una multa alla sua Cinquecento.

Trieste, catturano con un blitz l’uomo sbagliato
Via Carducci, dove è avvenuto l'arresto sbagliato

Ma per intanto Bandelli si dovrà accontentare proprio di una seduta della Commissione Trasparenza, che lui ha chiesto per inciso già ieri mattina con la «massima urgenza» alla segreteria della stessa Commissione di garanzia, ora presieduta dalla compagna di Un’altra Trieste Alessia Rosolen. Un assist troppo goloso per un gol facile facile. A porta vuota. Appuntamento quindi già forse la prossima settimana, prima di Pasqua, con la presenza - reclamata contestualmente da Bandelli - del comandante della polizia locale Sergio Abbate, chiamato a spiegare come sia stata possibile una cantonata così. È a questa altezza d’altronde che i regolamenti comunali consentono a Bandelli di sparare su un caso che ha fatto clamore dopo che la notizia (l’episodio risale al 25 gennaio) è divenuta di pubblico dominio ieri sul Piccolo. E bando alle questioni personali, ora il caso approda a palazzo. «Continuo a sostenere - tuona l’ex assessore - che qualcosa è andato in tilt tra dirigenza e personale del corpo, dopo le multe del “radicio” al Mercato coperto, quelle in Galleria Rossoni, Cavana e quant’altro. È giusto che qualcuno come me debba vivere con l’angoscia di prendere la multa, me lo merito perché a volte parcheggio come parcheggio. Non può succedere però che la gente possa vivere nell’angoscia di essere circondata e arrestata mentre cammina. Voglio pure sapere quale sarà l’atteggiamento del Comune, al di là di quello della Procura, verso l’esercente. Bisogna rendergli le scuse ufficiali e poi aspettarsi comunque una richiesta di danni, legittima. Mi chiedo poi chi cercavano di così pericoloso: un terrorista? E un terrorista lo fai seguire dalla polizia locale?».

Alla foga di Bandelli fa eco la nota, “moderata”, del candidato sindaco M5s Paolo Menis . Toni diversi, ma succo simile: «L’episodio - scrive Menis - porta allo scoperto un’attività della polizia locale poco nota. Ci sono alcuni agenti distaccati presso la Procura che, pagati dal Comune, sono sotto il controllo di un magistrato ed effettuano attività di polizia giudiziaria. Il rapporto tra Comune e Procura deve essere concordato per legge con il sindaco. Nei miei anni da consigliere comunale nessuna informazione è stata fornita su quali siano le modalità di selezione di coloro che vengono distaccati e quali siano le informazioni che il sindaco riceve. La piena trasparenza e la valutazione delle persone più adatte ad assumere questo ruolo delicato è uno degli impegni che prendo da candidato sindaco».

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