Trieste, catamarano sequestrato: tre indagati
TRIESTE I carabinieri del Nucleo investigativo di Gorizia e il personale della Capitaneria di Porto di Trieste hanno proceduto ieri al sequestro per irregolarità di un grosso catamarano per trasporto passeggeri, lo High Speed 7, battente bandiera greca e ormeggiato all’Arsenale San Marco di Trieste.
L’imbarcazione, costruita all’estero, si trovava da qualche tempo nel cantiere per alcuni importanti lavori conseguenti a un incendio divampato a bordo dell’unità mentre era in servizio sulle rotte greche. I danni erano stati notevoli e il catamarano necessitava di rilevanti riparazioni e ripristini.
Fincantieri aveva vinto la gara d’appalto internazionale per tali lavori e così lo High Speed 7, con i colori della Cosmote, colori molto popolari tra i turisti amanti della Grecia e delle sue isole, era stato trainato fino in riva al Golfo. Dopo il totale ripristino a cura delle maestranze locali, nei giorni scorsi il catamarano era stato riconsegnata all’armatore, che aveva firmato il cosiddetto verbale di accettazione.
Nulla faceva supporre che gli interventi effettuati portassero a irregolarità, ovvero a variazioni rispetto alle planimetrie e ai disegni ufficiali, poi rilevate dagli investigatori, che hanno agito su ordine della Procura del Tribunale di Trieste. Al momento, ad ogni modo, non è dato sapere quali modifiche siano state apportate: sembrano escluse quelle concernenti le strutture più prettamente “nautiche” del catamarano.
Non sarebbero state cioé modificate le parti strutturali dello scafo, quelle più importanti ai fini della sicurezza in mare, ma il problema è che le novità non sarebbero state fatte certificare dal Rina, il Registro navale italiano.
Il Rina è una fondazione di diritto privato operante principalmente nella classificazione di navi. Il certificato di classificazione è il documento che attesta che una nave è stata progettata e costruita in conformità con i regolamenti e i criteri previsti dalla Società di classificazione stessa (a loro volta conformi ai principi fissati dall’Organizzazione marittima internazionale), e che pertanto è autorizzata all’attività per la quale è stata concepita.
Assieme al sequestro i militari dell’Arma e della Capitaneria hanno eseguito quattro decreti di perquisizione, emessi sempre dalla Procura della Repubblica di Trieste. Nell’ambito dell’indagine sullo High Speed 7 sono stati notificati tre avvisi di garanzia a dirigenti e dipendenti della Fincantieri e della stessa società di certificazione Rina per la presunta falsificazione delle certificazioni di navigazione.
La magistratura allo stato attuale delle indagini ipotizza i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e falsificazione delle “marche di bordo libero”. Queste non sono altro che le scritte che, sul lato dello scafo, indicano la distanza tra il livello del mare e il ponte stagno più alto (detto appunto in termini tecnici ponte di bordo libero). Gli avvisi di garanzia sono un atto dovuto a tutela degli stessi destinatari e non si conosce ancora la reale portata degli interventi non certificati.
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