Trieste, caso Tbc: indagata la pediatra malata

L’accusa è di lesioni colpose. Procedimento penale innescato dalla denuncia dei genitori di una bambina contagiata
Silvano Trieste 11/10/2016 IDipartimento di Prevenzione
Silvano Trieste 11/10/2016 IDipartimento di Prevenzione

Lesioni colpose. Con questa accusa il pubblico ministero Matteo Tripani ha iscritto nel registro degli indagati il nome della pediatra malata di tubercolosi, in servizio all’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste. La professionista, come si ricorderà, era addetta alle vaccinazioni dei bambini e aveva continuato a lavorare per mesi all’interno dei Distretti sanitari dopo aver contratto la malattia, finendo per contagiare nove piccoli pazienti di cui quattro risultati affetti da Tbc non contagiosa e cinque solo positivi al test (ma né malati né contagiosi). Una vicenda che aveva spinto immediatamente le autorità sanitarie a mettere in piedi un maxi piano di profilassi, richiamando e sottoponendo al test “Mantoux” circa 3.500 bambini di tutta la città.

Pediatra malata, attesa la perizia
Un bambino viene vaccinato, in una immagine di archivio. ANSA/VALDRIN XHEMAJ/DRN

L’iscrizione nel registro degli indagati della pediatra - che come responsabile delle vaccinazioni ha lavorato fino allo scorso 15 settembre nei Distretti 1, 2 e 3, quindi nelle sedi di Roiano, San Giacomo, Valmaura, Muggia e San Dorligo della Valle - è una diretta conseguenza della querela che i genitori di una bambina di due anni e mezzo contagiata proprio dalla specialista hanno presentato nello scorso mese di dicembre tramite l’avvocato Nicole Pertot.

 

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La denuncia è il primo procedimento penale attivato sulla vicenda della Tbc, ma tutto lascia pensare che fascicoli analoghi possano essere presto aperti dalla Procura. Va infatti letta anche in questa chiave l’iniziativa del pm Tripani, che ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio affidando - sulla falsariga di quello che aveva fatto l’allora presidente del tribunale Matteo Trotta nello scorso ottobre - a tre esperti l’incarico di accertare non solo la natura della patologia che ha colpito la piccola paziente, ma anche l’origine ovvero il contagio diretto da parte della dottoressa. E di conseguenza le responsabilità.

I consulenti - il cui incarico sarà formalizzato nei prossimi giorni - saranno, così si è saputo, tre medici epidemiologici di fama internazionale in servizio agli ospedali Niguarda e San Raffaele di Milano. Contestualmente anche l’avvocato di parte civile Pertot ha incaricato come proprio consulente il medico legale Paolo Peretti. E altrettanto dovrebbe fare l’avvocato Viviana Rodizza, difensore della pediatra. Che ieri sull’iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni colpose della pediatra non ha rilasciato alcuna dichiarazione.

No comment anche da parte dell’Azienda sanitaria universitaria integrata, della quale comunque la pediatra finita nel mirino della procura non era una dipendente, ma con cui aveva solo un contratto di collaborazione professionale esterna. In sostanza la dottoressa era un’operatrice convenzionata con l'Azienda sanitaria universitaria integrata.

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Intanto si è saputo che i termini del deposito della perizia “civile” disposta in ottobre dall’allora presidente del Tribunale Matteo Trotta sono stati prorogati di altri sei mesi. Questa specifica consulenza fa riferimento a un ricorso presentato tramite l’avvocato Fulvio Vida dai genitori di dieci bambini che erano stati appunto a contatto ravvicinato, nell’ultimo anno, con particolare attenzione a quel mezzo migliaio che ci è stato negli ultimi due mesi del suo servizio, con la pediatra ammalata di tubercolosi polmonare.

La nomina da parte del presidente del Tribunale dei tre esperti - il medico legale Paolo Moreni di Padova, l'infettivologo Piergiorgio Scotton e la pediatra Francesca Maschio, entrambi di Treviso, ritenuti autorità a livello nazionale nei propri settori - è un tradizionale accertamento tecnico, una prassi assolutamente normale nelle dinamiche giudiziarie. Gli esperti avranno dunque tempo fino a settembre per concludere i rilievi tecnici indicati dal Tribunale dimostrando la correttezza dell’operato dell’Azienda. 

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