Trieste, casa a luci rosse in via Manna, un arresto

Il gestore era fuggito in Bulgaria ma è stato raggiunto ed estradato. L’insospettabile giro di prostituzione era durato un anno
La casa a luci rosse in via Manna
La casa a luci rosse in via Manna

TRIESTE Si chiama Alessandro Pedrotti, 67 anni, triestino. È stato estradato da Sofia, in Bulgaria, dove era fuggito qualche mese fa, perché ritenuto il gestore di una casa di appuntamenti in via Ruggero Manna 9. Secondo gli accertamenti della Squadra mobile, disposti dal pm Pietro Montrone, il magistrato titolare delle indagini, nel suo appartamento aveva “ospitato” un buon numero di prostitute che faceva arrivare direttamente dall’estero e poi ad ogni prestazione prendeva il corrispettivo di 50 euro. Pedrotti è finito nei guai dopo la segnalazione di una ex “dipendente”. Da qui sono scattate le indagini della Squadra mobile che, in breve, hanno definito il quadro investigativo a suo carico. Tant’è che il gip Guido Patriarchi ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che - di fatto - è stata eseguita in Bulgaria, dove l’uomo è stato arrestato nei giorni scorsi. Quindi è stato estradato in Italia. Attualmente Pedrotti è detenuto nel carcere di Regina Coeli, da dove sarà trasferito al Coroneo.

Ecco cosa ha detto alla polizia di Pedrotti una prostituta che spesso aveva esercitato in via Manna: «Ogni volta che siamo in Italia ci fermiamo a Trieste e siamo ospiti di un uomo che chiamo il “nonno”. Me lo aveva indicato un’amica che adesso è tornata in Bulgaria. Con Alessandro Pedrotti c’era un tacito accordo ovvero che io dormivo con lui e non pagavo l’affitto della camera». Ma a incastrare il “nonno” sono state le intercettazioni telefoniche. Quelle dei clienti che contattavano le prostitute. Non solo donne, ma anche uomini. I quali - questo è emerso dalle indagini - si incontravano con clienti di entrambi i sessi. Per quasi un anno, in quell’insospettabile edificio è andato così in scena un giro di prostituzione che ha coinvolto decine di ragazze soprattutto bulgare al richiamo del quale, a quanto pare, non sono stati insensibili numerosi clienti, diversi dei quali, verosimilmente, triestini. Ma l’appartamento di via Manna aveva attirato clienti provenienti anche dalle province di Udine e Gorizia con un incasso stimato di oltre 15mila euro solo nell'arco dell'ultimo mese e mezzo.

Un fatto che conferma che Trieste è diventata una sorta di “Eldorado” della prostituzione anche a livello regionale. Così almeno risulta dalla provenienza geografica delle telefonate giunte alle squillo che intercettate dagli investigatori. Certo è che di fronte alla domanda è cresciuta sia quantitativamente che qualitativamente anche l’offerta. E c’è stato appunto chi, come hanno accertato gli investigatori, in via Manna si era specializzato proponendo incontri particolari. Sesso diversificato, per tutti i gusti. Anche quelli di insospettabili padri di famiglia che, convocati in Questura, non hanno avuto molte difficoltà a raccontare «purché non se ne parli, purché non si sappia». Di fatto in questa indagine a tutto campo i clienti rappresentano l’anello debole.

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