Trieste, Carrefour lascia un “buco” nell’area ex Maddalena
Se ne va senza aver nemmeno messo ancora il piede, se ne va da Trieste lasciando il vuoto in un cantiere che per 5000 metri quadrati doveva nascere a sua misura e se ne va addirittura dall’Italia per planare su paesi che anziché regredire economicamente danno speranze di crescita e dunque di guadagni. La Carrefour, megagruppo francese della grande distribuzione con un assetto di iper e supermercati ormai di diametro mondiale, non prenderà più casa al comprensorio della ex Maddalena dove la società Generalgiulia 2 dal 2011, dopo anni di atti burocratici, tenta di realizzare uno dei più importanti interventi edilizi (e Ater) della città.
Un caso oltretutto assai particolare, perché quell’area fu venduta per 11 milioni dall’Azienda sanitaria, che dismetteva l’ex ospedale della Maddalena, trovando acquirenti in una società formata dai costruttori Riccesi, Cividin e Carena, e nella Palazzo Ralli. E nessun complesso da 300 appartamenti può progettarsi senza l’inevitabile soccorso economico di un centro commerciale. Carrefour sembrava il gigante, anche se in Italia da anni sta chiudendo e spostando attività. E invece questa è la seconda botta forte per i costruttori (e per il quartiere).
All’inizio della primavera il cantiere s’era fermato perché l’edilizia sta come sta, banche chiuse al credito e mercato della casa saturo e fermo. Tanto che gli imprenditori possono contare adesso solo sull’accordo stretto a suo tempo e oggi confermato con l’Ater, 53 alloggi sicuri e finanziati, mentre altri 150 dovrebbero essere di “social housing”, messi cioé sul mercato a prezzo favorevole per fasce di reddito basse ed escluse dai mutui, ma non abbastanza basse da entrare nelle graduatorie Ater. Con l’Ater l’accordo è chiuso «e dunque il cantiere in questa parte riaprirà a settembre - assicura il presidente della società, l’impresario Donato Riccesi -, e spostando operai e tecnici su altre opere in corso siamo riusciti a non licenziare e a non fare cassa integrazione». Ma la previsione di chiudere l’opera nel 2014 era già slittata al 2016. Adesso, grazie a Carrefour con cui l’accordo era stato fatto già nel 2011, si aggiunge un altro anno almeno. I 5000 metri quadrati restano orfani, e fermi. «Carrefour si sta ritirando dall’Italia - racconta Riccesi -, sta vendendo i propri spazi ad altri grandi marchi della distribuzione, queste sono le strategie dei gruppi di statura mondiale, le loro decisioni non stanno in Italia, i grandi “player” si spostano su paesi in crescita, a noi resta qui, adesso, una situazione abbastanza complessa».
La catena francese, che ha tra l’altro già 150 punti vendita in Cina, ha lasciato a Trieste alcuni indirizzi preferenziali cui Generalgiulia potrebbe rivolgersi, i contatti sono in corso e nulla c’è di deciso, perfino la formalizzazione della rottura del contratto coi francesi deve ancora avvenire in concreto.
Penali per chi cambia idea? «Non lo sappiamo, dipende dal tipo di subentro, ma è certo - assicura l’imprenditore - che un cantiere fermo costa, e costa molto. È sempre faticoso trattare con gruppi esteri, avere rapporti con banche straniere: il loro cuore è sempre da un’altra parte, i sacrifici li lasciano ad altri. E questo indebolisce l’Italia, in un modo micidiale, così come le vendita all’estero dei grandi marchi...».
Comunque, mai più coi francesi. Le case Ater devono essere consegnate a metà 2014 e questa è una certezza. La zona commerciale (che gode già dell’autorizzazione) resta ferma perché chiunque arrivi la vorrà costruita a propria misura. Saranno necessarie modifiche al progetto, nuove approvazioni. Sempreché si trovi come cliente un nuovo attore della grande distribuzione, settore anch’esso scivolato in un certo affanno. E mentre a Trieste langue un altro grande investimento commerciale, quello che dovrebbe dare avvio all’area ex Silos, intervento che mai parte perché Coop Nordest sta ancora cercando i clienti commerciali da insediare all’interno. E in più c’è il monumentale complesso di Campo Marzio in costruzione. Anche lì è previsto un bel supermercato.
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