Trieste, carne senza etichettatura: sequestrati cento chili
TRIESTE Nei giorni scorsi la polizia locale, a seguito di una segnalazione di un cittadino che lamentava forti rumori provenire da un negozio in via Molino a Vento, ha eseguito - insieme all'Azienda sanitaria - dei controlli.
I vigili hanno potuto accertare che nell'esercizio commerciale, specializzato nella vendita di articoli alimentari etnici, numerose partite di carne erano sprovviste dell'etichettatura che riporta provenienza e tracciabilità e di come, nella zona retrostante il punto vendita, si procedesse alla lavorazione.
Per questo motivo la carne, un centinaio di chili tra ovina e bovina, è stata sottoposta al sequestro così come la cella frigorifera in cui veniva conservata; ed è stato anche sequestrato un congelatore a pozzo contenente altra merce priva di etichettatura.
Dopo i controlli veterinari effettuati sulla carne, che hanno accertato che quella bovina era assolutamente sana e in regola con le prescrizioni igieniche, circa cinquanta chili sono stati donati ai frati di Montuzza.
In totale sono state sequestrate 155 confezioni di alimenti vari in scatola: ad esempio farina, riso thailandese, fagioli. Gli operatori hanno accerato anche come l'attività commerciale avesse subito delle "variazioni": infatti il soppalco, che doveva essere il magazzino, era stato adibito a dormitorio.
Il titolare, un uomo, M. S. le sue iniziali, di 37 anni, è stato sanzionato. Ricordiamo come il Codice sul consumo obbliga che sulla confezione ci siano, in italiano, alcune informazioni minime a garanzia del cliente: nome del prodotto e del produttore, Paese di provenienza, materiale impiegato, avvertenze sull’utilizzo o eventuale tossicità.
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