Trieste capofila della nuova rete a fibra ottica degli atenei Fvg

Investimento da quasi due milioni per l'infrastruttura digitale che collegherà gli enti accademici e scientifici della regione. Il collaudo in questi giorni
La sede centrale dell'Università di Trieste in piazzale Europa
La sede centrale dell'Università di Trieste in piazzale Europa

TRIESTE Una nuova rete in fibra ottica che collega enti scientifici e accademici del territorio regionale per garantire prestazioni di alto livello: è quanto è stato realizzato, e collaudato in questi giorni, nell'ambito del progetto "Rete 100G", di cui l'Università di Trieste è capofila.

L'investimento complessivo - riporta una nota della Regione - sfiora i due milioni di euro, di cui 1,5 messi a disposizione dalla Regione e 476mila euro dall'ateneo giuliano e dagli enti che fanno riferimento alla piattaforma Lightnet. La Regione, inoltre, ha concesso a titolo non oneroso alcune fibre della rete Ermes (290 km) cui si aggiungono i 245 km della fibra degli enti di Lightnet già in utilizzo.

«Il progetto Rete 100G - spiega l'assessore regionale all'Università e Ricerca, Alessia Rosolen - assegna al sistema scientifico e accademico regionale un'infrastruttura propria che consentirà a tutti i soggetti di disporre ovunque delle risorse computazionali nei datacenter e di muoversi con libertà e con il sostegno di mezzi all'altezza delle sfide che l'innovazione impone a certi livelli». «Il sistema scientifico - aggiunge Rosolen - necessita di investimenti oculati e lungimiranti per innalzare il livello qualitativo dei servizi e aumentare la capacità di essere attrattivo». Questo, ricorda l'assessore, «è uno sforzo che si aggiunge agli investimenti con i quali stiamo portando la banda larga negli istituti scolastici del territorio regionale». A differenza della scuola dove «la didattica digitale integrata costituisce una risposta all'emergenza ma resta propedeutica a un rientro nelle aule, gli spazi virtuali e i servizi evoluti realizzabili sulla nuova rete - conclude Rosolen - continueranno a essere centrali per università ed enti di ricerca e potranno rivelarsi nel tempo un prezioso valore aggiunto anche per arricchire l'offerta didattica degli atenei».

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