Trieste capitale italiana delle cremazioni

A rinunciare alla sepoltura tradizionale più del 50% dei parenti dei defunti. A Sant’Anna 4800 nuovi loculi entro fine 2016
Urne cinerarie
Urne cinerarie

Che si tratti di un primato decisamente particolare è fuori discussione. Un record, se vogliamo, dal sapore un po’ macabro. Ma tant'è. I numeri d’altronde dicono questo. E cioè che Trieste può a tutti gli effetti essere considerata una sorta di capitale nazionale in fatto di cremazioni. Naturalmente in rapporto alla popolazione. Negli ultimi anni, questa forma di sepoltura, è stata scelta in una percentuale superiore al 50% rispetto al totale delle funzioni funerarie cittadine. Per più di un defunto su due dunque, i parenti hanno optato per la cremazione nell'addio al proprio caro. Nel corso del 2014, su un totale di 2732 funerali celebrati a Trieste, le cremazioni sono state ben 1374. Una percentuale pari al 50,29 e che un paio d'anni or sono, esattamente nel 2012, aveva addirittura sfiorato la quota del 54 per cento.

Ma in realtà i numeri delle cremazioni in città, saliti in modo costante negli ultimi dieci anni (nel 2004 la percentuale si assestava intorno al 33 per cento) sono ancora più alti, se si considera che vengono cremati a Trieste anche defunti provenienti da Monfalcone e dal basso isontino, dove non ci sono strutture atte alla cremazione delle salme, se si esclude l'impianto di Cervignano, attivo però solo dal 2012, e che portano il totale delle cremazioni in città ad oltre 2000 (2400 nel 2012).

Numeri che in proporzione non vengono raggiunti in nessun’altra zona d’Italia. Città come Venezia, Firenze, Bologna o Torino, ad esempio, totalizzano delle cifre annuali in fatto di cremazioni, più o meno uguali a quelle di Trieste (tra le 2 e le 3 mila), ma con una popolazione di gran lunga superiore. «La scelta della cremazione a Trieste registra una crescita costante e delle percentuali che negli ultimi anni hanno toccato numeri rilevanti - spiegano i funzionari dei servizi cimiteriali AcegasApsAmga -.Si tratta di un’opzione più comune nei Paesi del Nord rispetto a quelli delle aree meridionali, dove prevale invece il concetto della sepoltura individuale e della conservazione del congiunto. La cremazione permette peraltro di evitare qualsiasi problema di carattere igienico-sanitario e consente ai parenti più soluzioni: dalla conservazione delle ceneri del proprio caro nella tomba di famiglia o in casa, fino alla dispersione delle stesse, ma solo previa autorizzazione dell’ufficiale di stato civile e su precise indicazioni testamentarie del defunto».

Di servizi cimiteriali, e dello stato dei lavori nel nuovo complesso a Sant'Anna, si sono occupati ieri anche i componenti della Terza commissione, presieduta da Manuel Zerjul, impegnati in un sopralluogo. Il cronoprogramma prevede la stesura del progetto esecutivo entro fine aprile: poi, concluse le opportune verifiche, si partirà con le procedure della gara europea di appalto dei lavori del quarto stralcio riguardanti il Campo 32, che dovrebbero iniziare a novembre e che dovranno necessariamente concludersi nel giro di un anno, per non rischiare di perdere i finanziamenti regionali. A partire dal novembre 2016 dunque saranno a tutti gli effetti disponibili 4800 nuovi loculi. Dopo la realizzazione delle opere edili, degli impianti elettrici e di ventilazione, in questo nuovo lotto si provvederà, nello specifico, al completamento degli impianti, con la rete di aerazione dei loculi, alle realizzazione delle opere di regimentazione delle acque, alla costruzione del secondo montacarichi, oltre alla sistemazione dell'area esterna. Costo dell'intervento 2 milioni di euro, mentre la cifra complessiva dell'intero progetto di riqualificazione del complesso cimiteriale ammonta a 8 milioni di euro.

«Si tratta indubbiamente di una svolta importante - ha spiegato Sebastiano Pinat, dirigente AcegasApsAmga -. Con questo intervento sarà garantita una gestione ottimale nella rotazione decennale delle sepolture, e si potrà altresì verificare lo stato di conservazione del Campo 11, decisamente vetusto, in quanto realizzato ormai 70 anni fa. La nuova struttura sarà poi particolarmente ampia e spaziosa e questo renderà più agevoli e sicure le operazioni degli addetti alla sepoltura».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo