Trieste candidata per essere Capitale europea della Scienza 2020

Formata la task force guidata da FiT, Università, Sissa, Ictp, Icgeb e Ogs Sprint contro i rivali olandesi per il titolo del 2020. Assegnazione fra due mesi
Silvano Trieste 08/11/2010 45 Anni ICTP
Silvano Trieste 08/11/2010 45 Anni ICTP

Il mondo della scienza triestino si sta schierando compatto per una sfida all’Ok Corral contro le più prestigiose realtà accademiche olandesi. In palio c’è il titolo biennale di Capitale europea della Scienza 2020. Per conquistarlo gli enti scientifici e di formazione locali, nazionali e internazionali della città si sono riuniti attorno alla candidatura avanzata dalla Fondazione Internazionale Trieste, guidata dall’ex rettore della Sissa Stefano Fantoni: una task force di sessanta persone ha iniziato in questi giorni a lavorare sul progetto.

Il rettore dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia spiega in proposito: «Questa iniziativa potrebbe portare un focus sul sistema della scienza triestino. Io penso che, se ce la faremo, ce la faremo perché ci presentiamo come un grande sistema composto da vari enti di diversi livelli locali, nazionali, europei». Per Fermeglia è vitale «far capire che siamo baricentrici e centripeti rispetto all’attività scientifica dei Paesi dell’area circostante, ad esempio Slovenia, Croazia, Austria. Se facciamo leva su questo, c’è speranza».

Foto Bruni 11.02.2015 SISSA: open day agli studenti delle superiori-laboratori e volontari al lavoro
Foto Bruni 11.02.2015 SISSA: open day agli studenti delle superiori-laboratori e volontari al lavoro

La proposta è stata inviata entro il termine ultimo, il 30 marzo scorso, ed è stata accettata dal comitato europeo che organizza il bando per l’evento, l’Euroscience open forum (Esof). Una commissione dell’Esof ha poi ridotto la lista dei pretendenti a due candidati: Trieste e un tandem di atenei olandesi, L’Aia e Leida.

Entro il 15 giugno i partecipanti dovranno consegnare un progetto completo di duecento pagine su come intendono l’evento, e il 29 giugno si saprà l’esito della gara. «Praticamente domani», commenta Fantoni. Allo scopo di prevalere in una sfida che tutti confermano essere dura - «gli olandesi sono una squadra forte» dice il presidente della FiT - gli enti scientifici e le realtà economiche triestine, del Triveneto e dei Paesi vicini hanno prestato alcuni dei loro volti più prestigiosi per costituire la task force che lavorerà al progetto.

Trieste capitale della scienza Lanciata l’eurocandidatura

«L’idea è che questa non sia soltanto una candidatura di Trieste - spiega Fantoni - ma di tutta l’area dell’Europa centro-orientale di cui questa città è un baricentro». Per questo motivo il gruppo dei promotori, che oltre a FiT poggia sul Sistema scientifico e dell’innovazione (Sis) della Regione Friuli Venezia Giulia, sta prendendo contatti oltreconfine. «È una cosa che stiamo facendo senza troppe difficoltà - dice l’ex rettore della Sissa - perché di fatto questa rete esiste già da tempo. Ci stiamo muovendo con la Slovenia, la Croazia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Austria. In Italia vorremmo includere il Triveneto».

Il carattere “esteso” della candidatura si rifletterà anche sulla forma dell’evento: «L’Esof conferisce un titolo biennale, ma di solito questo si traduce in una settimana di grande evento, molto concentrata - dice Fantoni -. Noi invece vorremmo sfruttare tutta la durata formale del titolo di Capitale scientifica, con un’attività estesa dal 2019 al 2021, con attività satellite che si svolgano in tutta l’area coinvolta dal progetto». Una lunghissima manifestazione che dall’Adriatico interessi tutta l’Europa centrale e orientale. «Saremmo i primi a farlo». Entro metà giugno, si accennava, il progetto dovrà essere pronto. Il 29 dello stesso mese Fantoni lo presenterà a Strasburgo, per sapere subito dopo chi sarà il vincitore.

In questi giorni hanno iniziato a lavorarci i cinque comitati composti da rappresentanti di tutti gli enti interessati: FiT, Sissa, Università di Trieste e Udine, Ogs, Icgeb, Ictp, ma anche altre realtà della ricerca italiane e straniere, nonché delle categorie economiche ed istituzionali.

I comitati sono cinque, come le linee guida del progetto. Il primo è quello incaricato della comunicazione dalla scienza per la scienza, che si incaricherà, tra le altre cose, di identificare i grandi nomi della ricerca mondiale che parteciperanno all’evento. Il secondo si impernia sulla comunicazione tra la scienza e il cittadino, quindi dell’aspetto più divulgativo e museale (si veda il pezzo qui a fianco). Il terzo verte sul rapporto scienza-politica e il quarto su scienza-business. Il quinto si occupa di media e relazioni pubbliche.

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