Trieste: calo demografico mascheratodagli stranieri, ormai più di 18mila

Mille in più all’anno in una città dove i settantenni sono il triplo dei bambini fino a 4 anni. Ma di fronte all’entrata nell’arco del solo 2009 di 1067 stranieri la popolazione è aumentata di sole 12 unità. In città vivono adesso 18.257 cittadini di provenienza non italiana
TRIESTE.
Dodici abitanti in più iscritti all’anagrafe nel corso del 2010. Ma se non ci fosse il compatto e costante ingresso di stranieri, ormai assestato sull’8% all’anno, e numericamente pari o superiore ai 1000 cittadini, che poi fanno anche più figli, sarebbe irreversibile il prosciugamento di una città come Trieste. Che ha due volte e mezza il numero di persone con età superiore ai 65 anni rispetto a bambini e adolescenti tra zero e 14 anni.


Meno di due persone come composizione media della famiglia. Solo 18 bambini ogni 100 donne in età fertile. Un record di 133 persone che hanno superato il secolo di vita. Il triplo di settantenni rispetto ai bimbi fino ai 4 anni (25.231 contro 7.829), bambini piccoli battuti poi ampiamente anche dai battaglieri ottantenni che sono il doppio, 15.295. E il saldo resta sempre negativo tra nati a morti (dice - 149 solo nel mese di dicembre).


ANALISI.
L’immigrazione non compensa le perdite. Di fronte all’entrata nell’arco del solo 2009 di 1067 stranieri la popolazione è aumentata appunto di sole 12 unità. Dallo scorso marzo l’Ufficio statistica del Comune pubblica i dati anagrafici non soltanto mese per mese, ma per la prima volta distinguendo a parte l’analisi della popolazione straniera: dal 2008 a oggi è cresciuta di 2.462 unità.


KOSOVO.
In città vivono adesso 18.257 cittadini di provenienza non italiana. Sono come una piccola città integrata nella città. Nella quinta circoscrizione (Barriera vecchia-San Giacomo) rappresentano il 16% degli abitanti. In grandissima maggioranza, oltre un terzo del totale, sono iscritti come serbi (il 30% degli stranieri a fronte del 5,7% di cinesi), ma da un anno all’altro i kosovari sono più che raddoppiati (passando da 303 a 622).


DOCUMENTI.
C’è una ragione, però, dietro questi numeri. Come spiega l’Ufficio statistica, i provenienti dalla ex Jugoslavia venivano un tempo sempre iscritti come serbi, ma via via che si sono andate configurando nuove entità statali autonome i nuovi arrivati hanno cominciato a presentarsi con documenti di fresca nazionalità, mentre i già residenti non sono obbligati ad aggiornare i documenti in linea coi destini politici dei paesi d’origine.


CINESI.
Dopo i serbi i più numerosi sono i romeni (1905, 230 in più sul 2009), seguiti dai croati (1372, in lieve decremento) e cinesi (in crescita, 1040 rispetto ai 984 dello scorso anno). Non vengono segnalati, nelle tabelle, i gruppi minori di ogni altra (e sono certamente tante) nazionalità diverse.


BAMBINI.
Ma mettere a confronto la popolazione locale con i «non indigeni» riserva a ogni voce molte sorprese. Per esempio, gli stranieri di bambini piccoli ne hanno, eccome. Sono 1/7 del totale: 1098 sui citati 7829. E ovviamente in queste fasce di popolazione le età sono distribuite in maniera diversa e più uniforme, con una prevalenza netta dei più giovani: i ventenni rappresentano il 21,4% del totale, seguiti dai trentenni (18,6%).


GIOVENTU’.
Ovvio dunque che il saldo nati-morti sia qui ampiamente positivo (+ 15 a dicembre 2010) e che l’indice di vecchiaia sia lontano anni-luce da quello locale: se quello della città dice 245,46 (appunto due volte e mezza gli over-65 rispetto ai giovani 0-14 anni) tra gli stranieri è di 27,73, la percentuale secca di anziani è localmente di 27,27, quella degli «arrivati» solo del 4,22. Così a Trieste è negativo il ricambio della popolazione attiva, ma fra gli stranieri no.


QUARTIERI.
Detto questo, la radiografia della città è sempre interessante anche nei suoi aspetti territoriali, e nell’analisi dei nuclei familiari. Intanto si conferma che il quartiere di San Giacomo-Barriera vecchia accoglie praticamente un quarto della popolazione totale ed è in aumento (50.949 abitanti nel 2009, e 51.163 nel 2010).


È, con la quarta (Città nuova, Barriera nuova, San Vito e Cittavecchia), anche quella più anziana (gli stranieri più numerosi hanno invece 35-39 anni). Le due sezioni di città ospitano il maggior numero di centenari: 34 e 38 a testa. Per popolazione segue la settima circoscrizione (Servola, Chiarbola, Valmaura, Borgo San Sergio) che viaggia stabile sui 41 mila residenti: ed è proprio qui che vive l’unico straniero che abbia superato i 100 anni.


OVEST.
La meno abitata è la prima, Altipiano Ovest: 3643 abitanti (ma ugualmente 4 centenari) e solo 78 stranieri. Qui le fasce di popolazione più rappresentate hanno 40-44 anni (303 persone) e 60-64 anni (288).


FAMIGLIE.
Un altro dato che caratterizza la configurazione di Trieste in modo sempre più accentuato è la composizione delle famiglie. Crescono quelle con un singolo componente. Poco meno della metà è composta da una singola persona: i mononuclei nel 2010 erano 49.833 su un totale di 107.305 famiglie. Poco meno di un terzo è fatto da coppie: 30.878. In confronto la tipologia classica e minima (genitori e due figli, quattro componenti) conta a Trieste solo 8.906 unità. Con 9 o più membri l’anagrafe registra 36 nuclei.


SOLITARI.
Il confronto con gli anni precedenti mostra che il fenomeno è in ascesa: i «solitari» sono cresciuti di 318 rispetto al 2009, e di ben 932 guardando alla fotografia del dicembre 2008. Solo le zone più periferiche e meno urbane (Altipiano Est e Ovest) raggiungono in media i due familiari per nucleo. Tutte le altre sezioni di città sono sotto.


CEDUTI.
C’è infine un’altra «vivisezione» che l’Ufficio statistico del Comune mette a tabella, e che al di là di ogni altra considerazione misura anche la consistenza della popolazione nata nei cosiddetti «territori ceduti» (questa la dizione per indicare l’Istria). Il decremento, poiché si tratta di una fascia di popolazione che non può crescere essendosi formata per ragioni storiche, è visibile: in due anni questo segmento ha perso 1737 cittadini (932 dal 2008 al 2009, e 318 dal 2009 al 2010). Il totale di questi giorni è di 20.385 persone.


INVISIBILI.
Ma per fotografare tutto, e non lasciare fuori dalla vista nessuno, il Comune crea anche una casella speciale, e cioé una «ottava circoscrizione» che in realtà non esiste, non ha terreno, non ha rappresentanti, non ha confini. È la zona dei senza fissa dimora, dei senzatetto, o di quelli che vanno e vengono ma non prendono dimora. E sono così catalogati in una circoscrizione virtuale, «non definita», di superficie «zero». Quanti sono? In totale 172 cittadini lo scorso anno, 170 nel 2009, e ben 204 l’anno prima. O sono andati definitivamente via, oppure, chissà, si sono infine accasati.


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