Trieste, “caccia” ai ratti in scuole e ricreatori
TRIESTE. Colpa delle congiunture astrali, quelle dell’oroscopo cinese: per il Comune di Trieste è certamente l’Anno del topo. Non si spiegherebbe altrimenti il “flagello” che si sta abbattendo, inesorabilmente, negli uffici, nelle scalinate e nei corridoi del municipio, nell’aula del Consiglio e, adesso, pure nelle scuole e nei ricreatori pare. Pantigane, ancora pantigane. Tutto nella norma, garantisce però l’assessore con delega all’Infanzia Antonella Grim. «Nessun allarme, tutto sotto controllo» si affretta a chiarire.
Ma nel frattempo i suoi dirigenti mettono timbri e firme su ben due “determine” ufficiali che sollecitano operazioni di derattizzazione «immediata e urgente» nelle strutture della città. Con tanto di fondi pubblici stanziati. Il Comune gestisce 18 asili nido, 29 istituti d’infanzia e 13 ricreatori. Ma solo alcuni (non è dato sapere quali con esattezza) sarebbero oggetto della grande caccia ai topolini. Ecco cosa dicono i documenti appena varati dai responsabili di Posizione organizzativa. Il primo autorizza interventi a tappeto nei ricreatori e nei poli di aggregazione giovanile per una spesa di 500 euro necessaria a coprire i prossimi mesi dell’anno. Una gestione ordinaria, si precisa nel testo, che sarebbe stata stabilita «su segnalazione dei coordinatori responsabili». Di qui la necessità di provvedere a «urgenti disinfestazioni e derattizzazioni presso le strutture per garantirne il regolare funzionamento». Altrimenti che si fa, si chiude? Si sospendono lezioni e giochi in giardino? E poi non si capisce come il problema, per gli uffici, possa essere nel contempo sia «ordinario» che «urgente». Curiosi ossimori della burocrazia nostrana. Ma tant’è, la carta dice questo. D’altronde giocare a pallone o a nascondino con i ratti tra i piedi, per bambini e ragazzi, non dev’essere un’esperienza particolarmente entusiasmante. Così come non lo è per gli impiegati del municipio: da un po’ di tempo a questa parte hanno fatto l’abitudine a squittii e trappole.
La questione si pone pure, e soprattutto, nelle strutture scolastiche gestite dal Comune. Qui, in questo caso, gli uffici hanno già individuato la ditta che dovrà occuparsi delle operazioni. La seconda determina, a ben vedere, sembra mettere addirittura sul chi va là: «Considerando che da parte dei coordinatori vengono segnalati quotidianamente (non ogni tanto dunque, bensì quotidianamente a detta dei dirigenti dell’assessorato, ndr) la presenza di ratti nelle strutture o nelle loro immediate vicinanze – rileva il documento – e dato l’imminente inizio dell’anno (il documento risale a settembre, ndr) – necessita con urgenza la derattizzazione delle zone segnalate». Costo? 1.464 euro.
L’assessore, però, ribadisce che non c’è nulla di cui preoccuparsi, nonostante gli atti dei suoi collaboratori. «Normali procedure – annota Grim –: lo dico con certezza visto che non ho avuto comunicazioni emergenziali. Sono semplici attività di sanificazione. Lo dico anche per tranquillizzare le famiglie, non abbiamo problemi del genere. Ripeto, è solo attività ordinaria che riguarda le abituali procedure di derattizzazione preventiva degli spazi esterni che si fa a inizio anno, come i giardini. Per farlo, naturalmente, c’è bisogno di un atto amministrativo che autorizzi la disponibilità economica».
«Eviterei quindi di associare i casi che hanno interessato il municipio con scuole e ricreatori, visto che non ho mai ricevuto alcuna mail né segnalazione. Tutto è assolutamente sotto controllo» insiste l’assessore. Non c’è alcun allarme, quindi, anche se gli uffici partoriscono pratiche che dicono altro e autorizzano complessivamente quasi 2mila euro di spesa. Soldi pubblici. Possibile? Forse psicosi da ratto dopo l’invasione a Palazzo Cheba. O mancanza di controlli sulle determine comunali. Quando manca il gatto i topi ballano: roba da far vedere i sorci verdi.
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