Trieste, boom di bar e locali aperti a Ferragosto

Inversione di tendenza innescata dall’aumento dei turisti. Nel centro serrande alzate per un’ottantina di esercizi
Sono numerosi i bar e i ristoranti triestini aperti nelle giornate ferragostane
Sono numerosi i bar e i ristoranti triestini aperti nelle giornate ferragostane

TRIESTE Non meno di settanta-ottanta pubblici esercizi, tra bar e ristoranti, saranno sicuramente aperti nella nevralgica “48 ore” ferragostana, che abbraccerà domenica 14 e lunedì 15, ma che scalderà i motori dell’accoglienza fin da venerdì. Un presidio food&beverage stagionale tarato su queste cifre già da alcuni anni.

E’ un dato soltanto orientativo quello fornito dalla Fipe, che si basa su una rilevazione interna: quindi è realistico presumere che l’effettiva capacità di “vettovagliamento” triestina sarà senz’altro superiore. Se comprendiamo nel computo di un lungo week-end di ozio anche martedì 16, avremo cinque giornate di mobilitazione, nelle quali si gioca una nutriente porzione di stagione.

Naturalmente le aperture, secondo quanto comunica la Fipe, variano sensibilmente da giornata a giornata: per venerdì, sabato, martedì si arriverà - calcolando le realtà provinciali - a circa 130 saracinesche alzate, mentre su domenica e lunedì la logistica del ristoro si attesterà - come abbiamo visto - sulle settanta-ottanta unità.

L’invasione straniera sulle spiagge del Fvg
Foto Bruni 18.07.15 Stabilimento balneare Sticco

Bruno Vesnaver, presidente della Fipe autoctona, suggerisce una triplice chiave di lettura di questa sommaria statistica: rispetto al passato la disponibilità di apertura è molto cresciuta, perchè l’aumento del flusso turistico e la compressione dei margini consigliano di lavorare di più.

«Sono ormai diversi anni - dice Vesnaver - che la tendenza è cambiata. E’cambiata nel modo di fare le ferie, è cambiata nel tipo di frequentatore seduto al bar o al ristorante. Se in passato a Ferragosto più dei due terzi di bar e ristoranti dava forfait, oggi la percentuale di baristi e ristoratori vacanzieri è scesa alla metà».

«A Trieste vediamo intensificarsi gli arrivi turistici, anche se durante quest’estate il ritmo di crescita ci sembra più blando. Gli operatori cercano di intercettare questa opportunità commerciale, che si manifesta soprattutto nell’area centrale della città».

«Infatti nella cinque giorni ferragostana - osserva Vesnaver - abbiamo la maggiore concentrazione di pubblici esercizi aperti sulle Rive, in Cavana, nelle vie Diaz e Cadorna, in via Torino ...». D’altronde - argomenta ancora il presidente della Fipe - «è proprio in questa area che nell’ultimo quinquennio abbiamo registrato il maggior numero di nuovi locali, parliamo di oltre ottanta inaugurazioni che hanno interessato il percorso borgo Teresiano-Canale-Ghetto-Cavana-Rive».

A Trieste piano “acchiappaturisti” tra valzer e nonni ciceroni
Turisti in piazza Unità

E’ in periferia dove la percentuale di chiusura ferragostana resta comprensibilmente assai elevata. E’difficile immaginare che frotte di turisti invadano Roiano, San Giovanni, l’industriosa via Caboto. Le realtà produttive chiudono i battenti, la clientela evapora. Anche la tipologia di esercizio è diversa, spesso impostata sulla famiglia: «Allora i gestori ne approfittano per tirare il fiato o per fare qualche lavoro di ristrutturazione», spiega Vesnaver.

Il quale, dopo la rapida ricognizione periferica, ritorna in centro. «Intendiamoci, la maggior parte dei turisti di questa stagione è molto attenta alla spesa. Quello che vediamo visitare la città, è in genere un viaggiatore di passaggio, che a Trieste non lascia grandi cifre. Spesso è un turista straniero, spesso viene dall’Europa centro-orientale, se la cava con un piatto e una bottiglia di acqua minerale. Insomma 25 euro in due ... Sono lontani i tempi in cui al tavolo imperversava il cliente italiano brillante».

Sarebbe a dir poco paradossale che il presidente degli osti triestini sparlasse dei colleghi. E ovviamente Vesnaver se ne guarda bene dal farlo: «Trieste è una città molto meno cara di altre, la definirei decisamente abbordabile. Non avremo “stellati”, ma manteniamo un livello di sicuro decoro, con un rapporto qualità/prezzo ritenuto soddisfacente dalla stragrande maggioranza degli avventori. Una cena di pesce a Trieste costa il 30% in meno rispetto ai locali che lavorano a partire da Grado verso ovest».

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