Trieste, bonus asili per gli iscritti ai nidi privati
TRIESTE Per molte famiglie riuscire a trovare un posto in un asilo nido comunale è un po’ come vincere un terno al lotto. E, in mancanza dell’aiuto dei nonni o di altre soluzioni low cost, rivolgersi a strutture private diventa quasi una scelta obbligata, nonostante le tariffe arrivino a superare anche i 600 euro al mese. Una vera stangata.
A venire in soccorso alle famiglie che usufruiscono privatamente dei servizi educativi per la prima infanzia (nidi, servizi sperimentali e integrativi per la fascia 0-3 anni) è la giunta comunale, che ha varato una proposta di regolamentazione per la concessione di contributi per l’abbattimento delle tariffe; un sostegno che affiancherebbe il “bonus asili” regionale che già adesso consente una riduzione fino a 180 euro mensili delle rette degli asili nido pubblici e privati.
Il condizionale in questo caso è d’obbligo: la proposta dovrà infatti passare prima al vaglio delle circoscrizioni e poi all’esame del Consiglio comunale.
«L’obiettivo è quello di aiutare le famiglie che devono utilizzare i servizi del privato e privato sociale per la conciliazione casa-lavoro e rafforzare allo stesso tempo l’integrazione tra il sistema pubblico e quello privato» spiega l’assessore all’Educazione Antonella Grim, che poi precisa: «Così come per i contributi regionali, anche il bonus comunale sarà destinato alle famiglie con un Isee pari o inferiore ai 30mila euro e l’entità dell’agevolazione varierà a seconda della fascia Isee di riferimento. In ogni caso, comunque, la tariffa che resterà a carico della famiglia utente di servizi privati non potrà mai essere inferiore a quella che la stessa famiglia sosterrebbe per il corrispondente servizio educativo comunale».
Al contrario del bonus regionale, che viene erogato mese dopo mese “alleggerendo” la retta, i contributi comunali verranno erogati a consuntivo alla fine dell’anno scolastico e faranno riferimento ai costi effettivamente sostenuti dalle famiglie al netto dell’eventuale beneficio regionale e di ogni altra forma di sostegno economico percepita.
«Se tutto andrà come previsto, le famiglie potranno presentare domanda a settembre e ricevere l’importo entro la fine dell’anno - continua l’assessore -. Al momento per il 2015-16 abbiamo messo a disposizione 50mila euro, ma in seguito valuteremo il da farsi sulla base delle domande che riceveremo».
Non solo servizi privati: ad accedere al contributo comunale potranno essere anche le famiglie che frequentano le sezioni primavera regolarmente autorizzate che, pur accogliendo bambini di età compresa fra i 24 e i 36 mesi, sono però escluse dal bonus regionale, in quanto non facenti parte del sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia specificato nella Legge regionale 20/2005.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo