Trieste, Berlusconi scarica Savino A giorni la cacciata dal coordinamento

Decisione irrevocabile presa dopo lo schiaffo a Romoli e annunciata ai fedelissimi. Balloch in pole per la successione

TRIESTE Silvio Berlusconi ha dato la sua parola. Sandra Savino sarà rimossa in tempi brevi dal ruolo di coordinatrice regionale di Forza Italia. Il Cavaliere si è impegnato nella telefonata di condoglianze fatta al figlio Andrea, dopo il funerale di Ettore Romoli. Lo stato maggiore azzurro aspetterà probabilmente il turno di ballottaggi delle amministrative ma, stando a quanto confermato da più fonti, la decisione sarebbe irrevocabile. Gli unici dubbi riguardano le tempistiche e il sostituto di Savino, travolta dall’ennesima polemica, suscitata stavolta dal processo politico aperto contro Romoli, mentre lottava tra la vita e la morte.

La telefonata

Nella sua chiamata, Berlusconi ha ribadito l’amicizia nutrita nei confronti di Romoli, ricordato come uno degli iniziatori dell’avventura azzurra, cui l’ex parlamentare partecipò ormai in età matura accettando la candidatura, non senza aver opposto qualche resistenza. I contenuti della conversazione erano rimasti riservati, ma il succo di quanto affermato da Berlusconi ha cominciato a circolare fra i contras, probabilmente in risposta all’ultimo tentativo di salvataggio tentato dai fedelissimi di Savino.

La lettera a Roma

La mail di difesa della coordinatrice è stata firmata da tutti i parlamentari berlusconiani (a eccezione del goriziano Guido Pettarin), assieme al vicepresidente Riccardo Riccardi, all’assessore Tiziana Gibelli e al capogruppo Mauro Zanin. Il senatore Franco Dal Mas parla di «informativa al presidente», che tuttavia il resto dei consiglieri regionali nemmeno è stato ammesso a visionare. Nella missiva, gli scriventi ricostruiscono i contorni della vicenda, evidenziando il punto politico del prolungamento del contratto del capogabinetto di Romoli e il fatto che la coordinatrice non fosse a conoscenza delle condizioni del collega di partito. Ieri i parlamentari sono scesi nella capitale come ogni martedì e cercheranno sponda con Berlusconi attraverso i suoi collaboratori.

La successione

Dall’inizio della settimana sono diversi gli esponenti forzisti che hanno contattato i vertici nazionali per spingere sulla necessità della sostituzione della coordinatrice o su quella della sua permanenza. Resta da capire se a Roma verrà scelto un nome di rottura come quello di Stefano Balloch, escluso dalle liste del Senato su proposta della stessa Savino e dunque pronto a gustare la propria rivincita politica. Una scelta di mediazione potrebbe essere invece quella di Rodolfo Ziberna, che ha già dato la propria disponibilità per gestire una fase di transizione. Da non escludere infine l’ipotesi Manuela Di Centa, vicina a Gianni Letta e indignata dalle esternazioni di Savino.

La pace con Camber jr

Dopo aver allontanato dalla camera ardente sia Giulio che Piero Camber prima del funerale, il figlio Andrea ha intanto contattato quest’ultimo per scusarsi. Romoli ha spiegato di essere stato informato solo dopo le esequie della differente posizione dei due fratelli. Al contrario dell’ex senatore berlusconiano e di Savino, Piero Camber si era infatti espresso nelle scorse settimane a favore della nomina di Romoli alla presidenza del Consiglio e non ha condiviso l’uscita della coordinatrice contro l’ex sindaco di Gorizia, tanto più che il momentaneo prolungamento della posizione di Baiutti aveva trovato concorde tutto il gruppo consiliare. «Mi fa assolutamente piacere questo chiarimento. Mi sarebbe dispiaciuto che rimanesse una simile macchia nel rapporto con Ettore», commenta Camber jr. A sancire la riconciliazione, Piero e Andrea si recheranno assieme sulla tomba di Romoli.

Il ricordo di Dipiazza

Il sindaco di Trieste ha infine ricordato ieri Romoli all’apertura del Consiglio comunale. «Ho perso un amico – ha detto Roberto Dipiazza – di cui ho tantissimi ricordi. Un vero gentiluomo, intelligente, spiritoso, sempre garbato». Poi il passaggio che potrebbe essere letto come un semplice elogio ma anche come una critica a Savino: «Ognuno di noi è giudicato per quello che fa e per le azioni che compie, ed il grande abbraccio che gli ha donato tutta la città di Gorizia e non solo, è il più bello e importante grazie che Ettore potesse ricevere dalla sua gente. Caro Ettore, da uomo realizzato sul piano umano e professionale, ma soprattutto da uomo libero, ti sei messo anche con l’impegno politico al servizio della tua terra. Non sei mai stato un servitore della politica, ma sei invece un esempio di quello che vuol dire servire le istituzioni. Il leone di Gorizia, sono certo, continuerà a ruggire».

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