Trieste, beffa per i 114 selezionati nel team del censimento: la gara dev’essere rifatta
TRIESTE Tutto da rifare. Viene riaperto il bando per la selezione del personale da impiegare nell’imminente Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che prenderà il via prossimo ottobre. Il Comune, a seguito di un’indicazione arrivata dall’avvocatura comunale, ha deciso di revocare le graduatorie già stilate e pubblicate il 25 luglio scorso sia per i rilevatori che per i coordinatori, e di riaprire il bando fissando il nuovo termine di presentazione delle domande al 24 agosto. Il punto del bando considerato “critico” dall’avvocatura, che ha spinto l’amministrazione comunale a ripubblicarlo con delle variazioni, riguarda la parte relativa ai requisiti sulla residenza.
Nel testo pubblicato lo scorso 12 giugno con scadenza 2 luglio – al Comune erano pervenute 180 candidature per i 7 posti da coordinatore e 360 per i 107 posti da rilevatore –, tra i requisiti minimi per entrambe i ruoli, veniva indicato che bisognava «essere residenti nei comuni della ex-provincia di Trieste». Secondo l’avvocatura comunale, quella indicazione non garantiva la partecipazione di tutti i cittadini italiani e di quelli appartenenti a uno dei Paesi membri dell’Unione europea. Così il bando è stato ricalibrato e nella nuova versione pubblicata il 13 agosto, tra i requisisti minimi viene indicato che si deve «avere cittadinanza italiana o di uno degli Stati membri dell’Unione europea».
Insomma, fino al 24 agosto chi ha residenza nel resto delle regione, nel resto d’Italia ma anche chi, magari, arriva dalla vicina Slovenia o da un altro Paese europeo, ora può candidarsi per lavorare al censimento come rilevatore o coordinatore. Deve dimostrare, ovviamente, di conoscere l’italiano parlato e scritto. La determina che revoca la graduatoria indica anche come siano «stati successivamente accertati alcuni errori materiali nella catalogazione delle domande» e che «per mero refuso» nel bando veniva indicato in modo errato un punteggio.
«Abbiamo scelto di raccogliere l’indicazione dell’avvocatura per assicurare un percorso lineare, garantendo così la possibilità di venire a fare il rilevatore anche a chi arriva da fuori città», spiega l’assessore al Personale con delega anche all’Anagrafe, Michele Lobianco. «Nella scelta fatta in precedenza – spiega il dirigente Alberto Mian – tenevamo conto delle peculiarità della nostra città, per questo avevamo ritenuto di circoscrivere l’opportunità ai residenti dell’ex provincia di Trieste. Era stato valutato, ad esempio – aggiunge –, il fatto che molti anziani parlano solo triestino, che alcune zone della città non sono di facile lettura e che quindi una persona residente potesse svolgere il lavoro con più facilità». Mian osserva che anche gli appalti del Comune, oggi obbligati ad aprirsi al mercato comunitario, prevedono che la ditte aggiudicatarie dispongano di un riferimento locale.
Chi era entrato tra i selezionati dalla commissione, è già stato avvisato della riapertura del procedimento e quindi della possibilità di perdere quell’opportunità. «Le domande già presentate entro lo scorso 2 luglio – assicura Mian – sono acquisite agli atti, sono valide e vengono riprese in considerazione. Chi ritiene di apportare delle migliorie o delle variazioni alla domanda, può ripresentarla: sostituirà la precedente».
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