Trieste, Basaglia non avrà una via ”nella città dei matti”

Almeno per due anni non se ne farà più nulla a causa dell’imminente censimento. Lippi: la sinistra era scontenta, la strada individuata all’Opp sviliva il personaggio. Ma l’ipotesi è stata cassata anche dalla stessa maggioranza (astenuta la Lega)
Franco Basaglia
Franco Basaglia
TRIESTE.
Nella ”città dei matti”, appena evocata da Raiuno, continuerà a non esserci una via Basaglia. «La sinistra mi dice che la via individuata all’ex Opp è svilente per la caratura del personaggio? D’accordo, io non voglio svilire nessuno, quindi la delibera che era pronta non la porto neanche in giunta, anzi, la ritiro», taglia la testa al toro Paris Lippi, il vicesindaco che viene da An e che presiede la Commissione Toponomastica. A questo punto - è la sintesi che viene da maggioranza e opposizione - non se ne fa più nulla. Almeno per altri due anni, cioè fin quando le procedure dell’imminente censimento - che non consentono alcuna variazione d’indirizzo dei residenti - non si saranno concluse. Come dire: non saranno più affari della giunta Dipiazza, considerato che il nuovo sindaco verrà prima della fine dell’iter di censimento.


LA RETROMARCIA
La ”sfrizionata”, che precede una simile retromarcia, puzza di politica lontano un chilometro. A conferma che la toponomastica, di questi tempi, e si pensi all’ultimo caso Granbassi, resta il regno delle polemiche. In barba al fatto che, neanche un mese fa, l’esperienza di Franco Basaglia è divenuta universale persino per l’auditel, con la miniserie seguita da quasi sei milioni di italiani volte due (serate).


LA POLEMICA
«C’era bisogno del telefilm per riscoprire la figura di questo psichiatra?», incalza Lippi, secondo cui «è come se con la fiction alcuni si siano svegliati improvvisamente, realizzando che il tratto di via Weiss da piazzale Canestrini a via Valerio fosse corto. Ci pareva opportuno raccogliere la proposta di dedicargli una strada, e l’assenza di numeri civici in quel tratto agevolava una decisione molto rapida, considerato il censimento dietro l’angolo. Evidentemente non andava più bene, visto che i capigruppo del Consiglio comunale, quella proposta, l’hanno contestata».


IL RETROSCENA
Il bubbone, in effetti, scoppia in occasione di una riunione dei capigruppo, chiamati come vuole la regola a dare parere consultivo non vincolante all’ipotesi di intitolazione del tratto alto di via Weiss a Basaglia. E lì l’ipotesi viene smontata. Di brutto. Non soltanto dal centrosinistra, con il democratico Fabio Omero e l’illyano Roberto Decarli che insistono per dare il nome del padre della legge 180 a tutto l’ex comprensorio psichiatrico di San Giovanni, ricordando che tale soluzione andrebbe bene allo stesso Roberto Dipiazza, e raccogliendo di conseguenza l’assenso del presidente del Consiglio comunale, il repubblicano Sergio Pacor, il quale propone a sua volta di verificare in giunta tale pista. I ”no” alla via Weiss che diventa via Basaglia, per i motivi più svariati, piovono infatti - ed è questo, forse, il dato che più avrà scocciato il vicesindaco - da quelli che stanno dall’altra parte della barricata. Nella stessa maggioranza.


LA BOCCIATURA
Il leghista Maurizio Ferrara è l’unico che si astiene. Per il resto non c’è un ”sì”. Angela Brandi, di An come Lippi, si dichiara contraria, «perplessa per quei riferimenti in delibera a Psichiatria Democratica». L’altro almirantiano Bruno Sulli rivendica dignità toponomastica per «il professor Donini», il predecessore di Basaglia. Così il centrista Roberto Sasco studia, per non far torto a nessuno, una «via della psichiatria triestina». Il forzitaliano Piero Camber, infine, guarda in là: «Perché non far uscire il nome di Basaglia dall’ex Opp, dedicandogli l’attuale rotonda del Boschetto, trasferendo lì in mezzo alla rotonda il cavallo di Marco Cavallo? Sarebbe più dignitoso...». Alla fine della fiera, parola di Lippi, non sarà niente di tutto questo. Anzi. Niente e basta.


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