Trieste, badante ruba i gioielli e li rivende al Compro Oro

Aveva sottratto preziosi per duemila euro all’anziana che l’aveva assunta, ma è stata scoperta dal figlio-detective che poi ha avvisato la polizia
Di Corrado Barbacini

Si chiama Liliana Urbas, 54 anni, abita nel rione di Ponziana, collaboratrice domestica e badante.

Secondo gli investigatori del commissariato di Muggia, ha rubato una serie di oggetti in oro del valore di oltre 2mila euro di proprietà dell’anziana dalla quale prestava - in prova - servizio da pochi giorni. È stata denunciata per furto aggravato. In pratica subito dopo l’assunzione ha svaligiato la cassettina portagioie dell’anziana.

Gli agenti hanno scoperto che i monili sottratti li aveva venduti nel negozio “Oro cash” di via Tacco a Muggia. Prezzo: 2mila euro. Ma a scoprire i furti messi a segno dalla badante è stato di fatto il figlio dell’anziana che ha avvisato la polizia. Subito sono scattate le indagini che in breve hanno confermato i sospetti del figlio.

Liliana Urbas è stata assunta, appunto in prova, pochi giorni fa. Il suo lavoro era quello di accudire Arianna S., ultrasettantenne. Gentile, cortese e disponibile. Ma solo all’apparenza. Perché non appena la sua assistita si è distratta è andata in camera da letto dove ha preso i gioielli.

Così pochi giorno dopo la sua assunzione l’anziana presso la quale prestava servizio si è accorta che dal cofanetto in camera da letto mancavano appunto una serie di gioielli, tra cui un anello molto caro. Pensando di averli persi ne ha parlato con il figlio Mauro F.. Il quale ha invece capito subito che era trattato di un furto vero e proprio.

L’uomo ha - come detto - avvisato gli investigatori della Volante di Muggia. I quali in breve sono riusciti a ricostruire l’accaduto sorprendendo - su indicazione del figlio - la badante nei pressi del negozio “Oro Cash” dove qualche giorno prima aveva portato i gioielli per la vendita. In breve l’anello e gli altri monili sono stati recuperati e consegnati ad Arianna S..

Ma c’è di più. Il figlio “detective” prima ancora dell’intervento della polizia aveva contattato la badante intimandole di restituire la refurtiva. La donna alla fine ha ammesso il furto, come si legge in una nota della Questura giustificandosi a causa del brutto momento che stava attraversando per la mancanza di lavoro. Po ha promesso, dietro assicurazione di non coinvolgere le forze di polizia, che sarebbe tornata dal compro oro per ritirare gli oggetti e, successivamente restituirli all’uomo. Da qui l’appuntamento proprio davanti al negozio di via Tacco.

Ma lì davanti al negozio Liliana Urbas ha appunto trovato non solo il figlio dell’anziana con il quale aveva appuntamento, ma anche gli agenti del commissariato che la stavano aspettando.

Liliana Urbas, si legge in uno nota della Questura, «non è nuova ad episodi dello stesso tenore». È stata denunciata in stato di libertà alla procura.

Pochi mesi fa un’altra badante è finita nei guai per aver svuotato il conto corrente di un anziano non vedente che avrebbe dovuto accudire. In quattro anni ha prelevato la somma di 445mila euro. Una fortuna che l'uomo, classe 1920, aveva risparmiato in una vita di lavoro come impiegato in una filiale di una banca in città, senza mai concedersi un lusso. Come una cena fuori o un viaggio. La badante è stata scoperta da un nipote dell'anziano che - avendo la delega del parente - era andato in banca per effettuare per suo conto alcune operazioni.

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