Trieste, azzannato da un pitbull lungo la strada
TRIESTE Azzannato da un pitbull davanti all’ippodromo. Vittima un commerciante triestino di 58 anni, P.F. le sue iniziali: sono le uniche generalità che vuole fornire nel raccontare la sua storia «perché - fa sapere per voce della sorella - ha paura che, rendendo pubblica la vicenda, il proprietario del cane abbia qualche reazione che possa nuocergli ancora». Per questo motivo, e anche per non intralciare le indagini scattate subito dopo il fatto, la vittima ha temporeggiato prima di dare alla sorella il placet per parlare.
Sono le 16 dell’otto gennaio scorso. L’animale si avventa sull’uomo mentre quest’ultimo passeggia tranquillamente sul marciapiede di viale Ippodromo, all’altezza dell’incrocio con via Settefontane. Lo morde sul braccio sinistro e stringe a lungo la presa, manco si trovasse in un combattimento. A nulla valgono le urla della vittima che sulla strada non trova, nell’immediato, nessuno ad aiutarlo. Un dolore lancinante. E poi lo spavento. La paura nel trovarsi all’improvviso di fronte a un animale che non conosce e che sembra come impazzito. D’altronde l’ha attaccato senza motivi. In quei momenti concitati, la vittima riesce a capire solo la razza del cane, a notare il colore scuro del pelo, e a rendersi conto che l’animale è munito di collare a cui è attaccato penzolante anche un guinzaglio. Il pitbull, quindi, ha un proprietario a cui è in qualche modo sfuggito. Ed è probabilmente il proprietario del cane stesso l’unico uomo ad aver assistito alla scena e ad aver reagito.
Il comportamento di quest’ultimo, in effetti, non lascia dubbi. Avvicinatosi alla vittima, ha afferrato con destrezza le fauci del cane e le ha allargate con le mani in modo da allentare la presa dal braccio del malcapitato. Liberato l’ostaggio, gli ha rivolto frettolosamente due parole: «È vaccinato». E velocemente si è allontanato. A quel punto l’uomo, che lavora nei dintorni, si è ritrovato solo lungo la via. Ha raggiunto un amico munito di furgone e, dolorante, gli ha chiesto di accompagnarlo al pronto soccorso più vicino. Di lì, la corsa al Maggiore.
Che il morso sia stato particolarmente violento lo conferma anche il referto dell’ospedale: «Frattura terzo medio distale diafisi radio sinistro da morso di cane con Flc dorsale al carpo di circa 3 centimetri e due esposizioni puntiformi». Tradotto in parole povere, quel cane è riuscito a rompergli il radio, l’osso dell’avambraccio, sinistro. Prognosi di almeno 40 giorni, antirabbica, visite e controvisite. «Anche perché - spiega la sorella - mio fratello soffre di osteoporosi». Le indagini sono scattate automaticamente. Quando una persona finisce al pronto soccorso ferita dal morso di un cane, spiegano dalla polizia locale, l’ospedale ha l’obbligo di informare le forze dell’ordine.
Il caso è stato preso in carico dal Distretto dei vigili di via Giulia, che stanno analizzando le immagini delle telecamere cittadine per riuscire a individuare il proprietario del pitbull. Ma la decisione di denunciare pubblicamente l’accaduto muove «non solo dal desiderio di ottenere un risarcimento» riprende la donna. Il suo è un appello affinché eventi del genere non capitino mai più. «Lungi da noi criminalizzare le razze dei cani più feroci come i pitbull. Anche mio fratello ha due cani ed è un amante degli animali. Bisogna agire sui proprietari che non sono evidentemente in grado di gestire i loro animali. Quello che chiediamo è che venga vagliata la possibilità di dotare di un patentino i proprietari dei pitbull. Se si vogliono prendere cura di loro, devono anche essere in grado di educarli. Altrimenti fatti come questo possono capitare ancora». C’è un’altra istanza che la sorella del malcapitato è intenzionata a sollevare: «Se ci fosse un database dei cani presenti nel rione, sarebbe stato più facile capire quanti sono i pitbull e risalire al responsabile». Che ancora non c’è.
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