Trieste, «Audizioni faziose». Commissione migranti al via tra le polemiche
Ha suscitato polemiche prima ancora di iniziare ieri la prima riunione operativa della “Commissione speciale sulla gestione relativa ai flussi migratori nella città di Trieste”. A provocare la protesta dei consiglieri comunali di Pd e lista civica Insieme per Trieste, culminata nella decisione di non partecipare alla seduta, è stata la scelta del presidente della commissione, il forzista Everest Bertoli, di convocare in questa occasione come unico soggetto interlocutore il Sap, sigla autonoma dei lavoratori della Polizia.
«Disapproviamo la scelta del presidente - hanno scritto in una nota, diffusa qualche ora prima dell’orario d’inizio della riunione, Fabiana Martini e Maria Teresa Bassa Poropat, rispettivamente capigruppo di Pd e lista civica - di indire un appuntamento per discutere delle procedure e delle criticità della gestione dei flussi dei migranti da parte della Questura con l’audizione di un’unica sigla, il Sap. Tutti gli altri sindacati sono stati convocati per il 21 novembre e perciò messi in secondo piano. Riteniamo questo modo di gestire questi poco trasparente - hanno aggiunto - poiché così non si permette un confronto democratico e non si fanno emergere le diverse posizioni su una tematica complessa e troppo spesso utilizzata per fini elettorali».
Bertoli, al termine della riunione definita «utile e pacata», ha replicato dicendo che «evidentemente il centrosinistra non è ancora uscito dalla fase infantile dell’asilo. Le sedute della commissione - ha precisato - non devono diventare sede di confronto fra le sigle sindacali, ma servono a permettere ai componenti della commissione stessa e ai rappresentanti delle organizzazioni di categoria di affrontare le problematiche di una situazione difficile e complessa che riguarda l’intera città. La polemica di Pd e Insieme per Trieste non la capisco proprio - ha aggiunto l’esponente del centrodestra - visto che abbiamo già invitato altre sigle per martedì prossimo e abbiamo già ricevuto le adesioni di Cgil e Ugl».
Entrando nel merito di quanto emerso durante la seduta, alla quale non sono stati ammessi gli organi d’informazione, Bertoli ha riferito di «difficoltà che stanno crescendo, perché il numero degli uomini della Polizia di Stato presenti sul territorio è in costante calo, mentre sta aumentando la quantità di coloro che si presentano in Questura per chiedere il permesso di soggiorno. Lo scorso anno - ha ricordato il presidente della commissione - ne sono state registrate ben 12mila. A fronte di questo dato, abbiamo oramai soltanto un centinaio di agenti chiamati a gestire il servizio alle frontiere terrestri, mentre fino a pochi anni fa ne avevamo 260. In sostanza si sta progressivamente riducendo il presidio del territorio. Mi chiedo ora - ha concluso Bertoli, tornando alla polemica con il centrosinistra - cosa faranno gli esponenti dei due partiti che hanno deciso di non partecipare a questa seduta quando interverranno gli esponenti della Cgil».
Secco il commento di Lorenzo Tamaro, segretario provinciale del Sap: «Siamo di gran lunga il sindacato più numeroso all’interno della Polizia sia a Trieste sia in Regione - ha sottolineato - perciò il fatto di essere stati contattati per primi è sembrato logico anche a noi. Le polemiche le giudico sterili. Non ci riguardano».
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