Trieste, assedio finito: arrestato l'uomo in via Conti

TRIESTE Una lite familiare. La rabbia che esplode e si manifesta con la scelta di barricarsi in casa insieme alle due figlie piccole. Si è temuto il peggio in via Conti 38, a pochi metri da piazza Perugino, quando un uomo di circa 50 anni, verso le 18 di lunedì 22 giugno, si è chiuso nel suo appartamento al terzo piano, ha sprangato porte e finestre e ha rifiutato qualsiasi comunicazione con l’esterno, innanzittutto con la moglie che, temendo un gesto estremo, ha subito allertato i carabinieri. Le generalità dell'individuo restano riservate per tutelare le due minori.
Dopo più di due ore di tentativi di mediazione l’epilogo della vicenda, con l’irruzione nell’appartamento da una finestra da parte di pompieri e agenti, il padre finito in manette e le bimbe consegnate nelle braccia della mamma, sane e salve.
L’allarme è scattato alle 18, sul posto sono arrivate immediatamente due pattuglie dei carabinieri, seguite da quattro mezzi dei vigili del fuoco e due ambulanze. Lunghe le trattative con l’uomo, che si è asserragliato dentro l’abitazione, al terzo piano, chiudendo la porta blindata e vanificando quindi ogni tentativo dei pompieri di forzare rapidamente l’ingresso. Altri vigili hanno provato nel frattempo a parlare con l’uomo, raggiungendolo alla finestra con un’autoscala ma, dopo un primo dialogo, attraverso gli scuri semiaperti, la chiusura totale. Con i vetri serrati.
Sotto, in strada, centinaia di persone si sono fermate per seguire la vicenda, mentre qualcuno, vedendo i giubbotti antiproiettile indossati dai carabinieri, ha temuto che l’uomo fosse armato, una paura rivelatasi poi infondata. Tra le voci che concitatamente si sono diffuse nei primi minuti anche l’ipotesi di un tentato suicidio.
Su via Conti il traffico è stato bloccato nel tratto tra le vie Petronio e Settefontane, per consentire ai mezzi di soccorso di operare senza difficoltà e la zona è stata transennata, anche per allontanare i tanti curiosi che nel frattempo si erano radunati sotto la casa, scattando foto e video. Dopo due ore di tentativi falliti, con nessuna volontà di apertura da parte dell’uomo, attorno alle 20 sono entrati in azione due pompieri che, saliti nuovamente sull’autoscala, hanno rotto il vetro di una finestra e sono entrati in pochi secondi in casa, seguiti dai carabinieri. Mezz’ora dopo il padre, ammanettato, è stato portato fuori dall’appartamento. Alle 20.42 l’epilogo con l’uscita dall’abitazione delle due bimbe che, accompagnate dalla madre, sono salite per precauzione a bordo di un’ambulanza.
Ad accogliere le due piccole, visibilmente frastornate, l’applauso della gente che ha salutato così la conclusione positiva della vicenda. «Abbiamo aspettato il momento più opportuno e mentre alcuni colleghi stavano operando sulla porta blindata abbiamo rotto la finestra – spiega il caposquadra dei pompieri Alessandro Giacaz – . Cercavamo di capire se le bambine stavano bene. Quando abbiamo verificato che la situazione era tranquilla siamo intervenuti tempestivamente. Il padre non ha opposto resistenza e si è consegnato subito». Nessuna apparente spiegazione da parte dell’uomo per quel gesto improvviso. Forse all’origine di tutto l’ennesima lite scoppiata tra le mura domestiche.
Intanto nel rione c’è chi racconta di incomprensioni frequenti nella coppia, con urla che spesso si sentivano fin sulla strada. «Abito nella casa di fronte, a pochi metri dal loro appartamento. Li sentivamo litigare tante volte, con grida molto forti. C’era una gran confusione, anche ultimamente, ma magari era un momento difficile tra marito e moglie. Non capiamo cosa sia capitato, per causare tutto questo. Speriamo solo - afferma una vicina - che le bimbe riescano a dimenticare questa brutta giornata».
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