Trieste, assalto di Greenpeace all'Assemblea di Generali

Acuni attivisti di Greenpeace Italia sono entrati in azione giovedì mattina 19 aprile a Trieste, durante l’Assemblea degli azionisti di Assicurazioni Generali

Blitz di Greenpeace all'Assemblea delle Generali di Trieste

TRIESTE Acuni attivisti di Greenpeace Italia sono entrati in azione giovedì mattina 19 aprile a Trieste, durante l’Assemblea degli azionisti di Assicurazioni Generali.

Gli attivisti si sono arrampicati sul tetto dell'edificio e hanno calato uno striscione con la scritta “Generali – Basta assicurare carbone e cambiamenti climatici”, proprio all’ingresso del palazzo che ospita l’evento.

In contemporanea, spiegano dall'associazione, altri attivisti hanno portato dei sacchi di carbone all’ingresso del palazzo, per protestare contro gli investimenti del gruppo assicurativo nella fonte fossile più inquinante. Gli attivisti di Greenpeace hanno inoltre chiuso l’area con transenne ed un cartello con la scritta “Attenzione: cambiamenti climatici in corso”.

«Siamo qui per mostrare a tutti, azionisti e non, il lato meno conosciuto del Leone di Trieste. Generali assicura alcuni tra gli impianti più inquinanti d’Europa, e non ha alcuna intenzione di smettere», dichiara in una nota Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e clima di Greenpeace Italia. «Stiamo parlando di centrali e miniere che si trovano in Est Europa, in particolare in Polonia, ma i cui impatti devastanti arrivano fin dentro casa nostra. Il settore del carbone polacco è responsabile infatti di più 5 mila morti premature stimate ogni anno, di cui oltre 400 anche in Italia».

Con una recente inchiesta, Greenpeace Italia ha inoltre documentato che se da un lato Generali assicura il carbone più inquinante d’Europa, dall’altro non fa lo stesso con i cittadini colpiti dai peggiori impatti dei cambiamenti climatici. Il Leone di Trieste non assicura a Genova le case situate in alcune zone in passato colpite da alluvioni, completando così il paradosso che vede la compagnia triestina invece al centro degli investimenti in combustibili fossili che alimentano proprio i cambiamenti climatici.

Il gruppo assicurativo ha recentemente approvato una strategia sul cambiamento climatico, con cui prevede un disinvestimento di 2 miliardi di euro dal settore del carbone. Purtroppo, però, nessun provvedimento è previsto sul lato delle assicurazioni, e dunque Generali continuerà ad assicurare alcuni tra gli impianti maggiormente responsabili dei cambiamenti climatici, nonché di disastrosi danni ambientali e sanitari.

Anche da un punto di vista finanziario, nonostante l’annuncio di disinvestimento, la strategia prevede una “clausola d’eccezione” che riguarda proprio l’Est Europa, dove sono situati questi impianti, che Generali continuerà dunque non solo ad assicurare ma anche a finanziare.

«Generali deve immediatamente disinvestire dal carbone, senza eccezioni, e deve smettere di assicurare infrastrutture legate a questa fonte inquinante, cominciando con il non rinnovare i contratti in scadenza», continua Iacoboni. «Solamente compiendo questo primo passo, e continuando poi con i settori del petrolio e del gas, Generali potrà dimostrare di stare dalla parte delle persone, e non delle grandi aziende che inquinano il Pianeta e scaricano gli impatti e i costi sui cittadini», conclude.

Durante l’assemblea degli azionisti sono state consegnate a Generali le oltre 100 mila firme raccolte in Europa tramite diverse petizioni - promosse da Akcja Demokracja, We Move e Greenpeace – per chiedere al gruppo triestino di non assicurare più il carbone.

Greenpeace chiede a Generali di smettere di assicurare impianti e miniere a carbone, come la miniera di Turow, responsabile dell’inquinamento dell’acqua di oltre 30 mila persone o l’impianto di Opole, la più grande espansione di centrale a carbone al momento in costruzione in Europa. Durante l’assemblea degli azionisti sono state consegnate a Generali le oltre 100 mila firme raccolte in Europa tramite diverse petizioni - promosse da Akcja Demokracja, We Move e Greenpeace – per chiedere al gruppo triestino di non assicurare più il carbone.

Il presidente delle Generali Galateri: «Soci uniti, fiducia a Donnet»
Giovannini, Trieste, 08/10/2011, BARCOLANA 2011.

La replica di Generali. A stretto giro di posta arriva la replica di Generali. Il Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali ha approvato il 21 febbraio 2018 la strategia sui cambiamenti climatici e il business sostenibile in linea con i principi del Global Compact, cui Generali ha aderito da tempo, e della Paris Pledge for Action definita nell’ambito di COP 21, ponendo il Gruppo all’avanguardia sul mercato assicurativo.
"La strategia prevede azioni su investimenti e underwriting, le attività core del Gruppo. In relazione agli investimenti, Generali aumenterà l’esposizione verso attività green, disinvestendo inoltre progressivamente dalle società legate al carbone. Rispetto all’underwriting, aumenterà l’offerta di prodotti a valenza ambientale, impegnandosi a mantenere la già minima esposizione al settore del carbone che si riferisce prevalentemente ai Paesi dove l’economia e l’occupazione sono fortemente dipendenti dal carbone.

In particolare - riprende la nota - per quanto riguarda gli investimenti, Generali effettuerà investimenti green (in infrastrutture e green bond) per € 3,5 miliardi entro il 2020 e non effettuerà nuovi investimenti in società legate al settore carbonifero. Con riferimento all’attuale esposizione al settore del carbone, pari a circa € 2 miliardi, dismetterà gli investimenti azionari e disinvestirà quelli obbligazionari, portandoli a scadenza o valutando la possibilità di dismetterli prima della scadenza. Rispetto all’underwriting, Generali, con riferimento ai premi relativi ai prodotti non-Vita, svilupperà assicurazioni green e aumenterà la quota del portafoglio premi relativamente al settore delle energie rinnovabili. Sarà aumentata l'offerta di prodotti a valenza ambientale (ad esempio mobilità sostenibile ed efficienza energetica) per il mercato retail e le Pmi.


Per quanto riguarda l’esposizione nei Paesi in cui l’economia e l’occupazione sono fortemente dipendenti dal carbone e non esistono alternative nel breve termine, la strategia di Generali si focalizza sulla accelerazione della transizione, una transizione graduale e condivisa verso una società a basso impatto ambientale, e sul coinvolgimento di clienti e stakeholder. Prevede in particolare il monitoraggio dei loro piani di riduzione degli impatti ambientali, della strategia di transizione verso attività a basso impatto ambientale e delle misure previste per la protezione della comunità e dei cittadini.
Si tratta in ogni caso di un’esposizione del Gruppo limitata: rispetto al totale dei premi dei prodotti non-Vita, l’esposizione stessa è pari a circa lo 0,1%, mentre per gli investimenti è pari allo 0,02% del totale degli asset che gestisce il Gruppo. Del resto, è proprio la presenza in questi Paesi che può consentire a Generali di essere efficace per favorire il cambiamento.


In particolare, in Polonia, il decimo maggiore consumatore al mondo di carbone e il secondo in Europa - il 92% dell’elettricità e l’89% del riscaldamento vengono generati utilizzando il carbone - la riduzione potrebbe realisticamente chiedere molti anni. Generali ha quindi optato per un approccio pragmatico, promuovendo e incoraggiando una serie di progetti di adeguamento delle centrali energetiche, parte delle quali vengono coperte in coassicurazione, e di ammodernamento degli impianti. Generali - chiosa la nota - sta ora implementando la propria strategia in tutte le sue aree di operatività e fornirà periodicamente aggiornamenti puntuali".

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