Trieste, assalto al parcheggio. E la movida diventa un Far West
TRIESTE Se potessero parcheggiare anche sopra i tetti, ci arriverebbero. Per il momento i festaioli del venerdì e del sabato sera si accontentano dei marciapiedi, delle aree in corrispondenza delle fermate dei bus e delle soste vietate. Nelle arterie principali della città c'è un pot-pourri di auto di tutti i tipi, dai Suv alle utilitarie. Macchine a Trieste in sosta vietata non mancano. Un "abbondandis in abbondandum" di mezzi, direbbe Totò.
Che potrebbe far fruttare a occhio e croce al Comune un bottino di oltre mille euro a sera, partendo dalla multa più bassa per divieto di sosta, quella di 40 euro. Il nostro tour del sabato sera nelle strade più ingorgate da parte delle circa 200 auto in sosta vietata che abbiamo potuto contare non poteva che iniziare da piazza Venezia, dove l'adiacente via Torino, ma pure le zone limitrofe con ristoranti e caffè di tutti i tipi, attirano i triestini innamorati della "vida loca".
Pochi posteggi o nessuna voglia di fare quattro passi per arrivare alla meta? Domanda a cui solo i protagonisti del sabato sera potranno rispondere. Sta di fatto che proprio in quei pochi metri quadrati di masegni che circondano gli altrettanti di verde del giardinetto, non si vedono che auto. Una specie di serpentone, che termina con una coda di tre macchine parcheggiate comodamente sull'isola di traffico di fronte al Magazzino vini e il Salone degli incanti.
Ed è proprio lì che si scatena un'altra sfilza di veicoli parcheggiati negli spazi riservati ai bus. Dieci da una parte e dieci dall'altra. Sembrerebbe proprio che le aree in cui si ama sostare di più siano queste. Ma qualcuno preferisce, da qualche giorno, pure la parte iniziale del molo Audace, che venerdì in particolare è stata "scambiata" come una prosecuzione dei posteggi blu delle Rive. I posti riservati invece alle persone disabili per fortuna non sono occupati, così nemmeno gli ingressi ai garage.
Ma la notte, che dovrebbe portare consiglio, invece in piazza Hortis stimola una pessima idea. Tre le macchine parcheggiate in zona pedonale proprio di fronte alla vetrina dell'emeroteca, senza infastidire granché, è vero, ma comunque in area vietata. Ma a bloccare il traffico per una buona mezz'ora, e per di più anche un camion dei rifiuti e il bus numero 30, è stato un automobilista che ha pensato di lasciare il proprio mezzo proprio nell'angolo tra via Duchi d'Aosta e via Ciamician intasando la strada.
Un piccolo inferno: macchine che andavano e venivano come in un gioco del gameboy per piazza Hortis, convinte di riuscire a svicolare dall'impasse attraversando la zona pedonale e sfociando nella via parallela. Niente da fare. La vettura come confermato dai carabinieri, è stata rimossa dallo stesso proprietario.
Forse, per lui, una multa. In giro non si vedono pattuglie della Polizia locale, né le vetture hanno il solito fogliettino bianco che svolazza sotto i tergicristalli. Auto sul marciapiede in piazzetta Santa Lucia, dietro la chiesa della Beata Vergine del Soccorso. E poi in largo Papa Giovanni. Un must ormai lungo i marciapiedi di corso Italia. A partire dall'inizio, in concomitanza con piazza della Borsa, fino a piazza Goldoni, dove circa tre veicoli fanno da cornice all'area.
Un po' di auto inoltre, come soldatini spenti dal buio, sorvegliano la zona di corso Saba, messe così a caso che addirittura sembrano completamente stordite dalla sera e stazionano sopra il marciapiede in via Carducci. La stessa cosa tornando in via Valdirivo, ugualmente disturbata da qualche automobile per metà sul marciapiede, per metà sulla strada. Continuano in via Roma alta.
Così come in via San Spiridione: la parte preferita di chi non trova posteggio è quella di fronte alla chiesa serbo-ortodossa. «Proprio lì - racconta il vicesindaco Pierpaolo Roberti - qualche giorno fa ho fatto chiamare una pattuglia perché si era creato un ingorgo».
Se le zone centrali pullulano di soste vietate, l'abusivismo inizia bel più lontano. Si parte da piazza Garibaldi fino a piazza Perugino. Per finire in via Settefontane: vetture in seconda fila. Forse si sentiranno tanti clacson a breve e disturberanno il sonno di qualcuno, ma la notte è lunga.
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