Trieste, assaltano la villa, la colf li mette in fuga
TRIESTE La piena luce del giorno, benché ovattata dalla foschia, non li ha scoraggiati. Hanno accuratamente selezionato la zona, che fosse quanto meno sufficientemente isolata: una stradina a fondo cieco nei paraggi della parte alta di via Valerio, sopra l’Università, tra l’imbocco dell’ex Opp e la curva della Cava Faccanoni, dove c’è una fila di abitazioni che corrispondono grosso modo al civico 100, e successivi, della stessa via Valerio. Poi sono entrati in azione, infischiandosene appunto dell’orario non proprio ideale per fare i ladri.
Erano in due, da quanto hanno potuto capire alcuni testimoni che li hanno notati da quelle parti. E sarebbe potuta pure andare bene, a loro, se non avessero perso un “colpo”, dal momento che hanno deciso di fare irruzione in una villetta che pensavano deserta ma non lo era. Una volta entrati dalla finestra dopo averne forzato gli infissi, in effetti, si sono imbattuti nella collaboratrice domestica dei padroni di casa, che prima evidentemente non avevano notato, la quale, per il comprensibilissimo spavento, ha mollato un urlo che li ha messi in fuga. Quando sul posto sono piombati i poliziotti della Volante, dei due non c’era più neanche l’ombra. Gli investigatori della Squadra mobile, ai quali è passata in carico la caccia, possono per lo meno contare sulla descrizione dei due ricercati, che come detto sono stati visti da più di qualcuno, a cominciare proprio dalla donna che in quel momento stava lavorando nel riordino e nella pulizia degli spazi interni della villa. Si tratterebbe, da quanto si è appreso per ora, di due uomini giovani, sui trent’anni, di media corporatura. Chi li ha sentiti proferire parola non si è accorto di particolari inflessioni, straniere o dialettali che siano.
È successo ieri mattina, verso le undici. Ma il tentato furto, secondo i primissimi racconti di alcuni testimoni, non può considerarsi un episodio isolato, perché avrebbe avuto un prologo e un epilogo entrambi inquietanti. Il prologo: la stessa collaboratrice domestica si sarebbe accorta che qualcosa non quadrava. “Ci sono delle persone che girano qui fuori, nel giardino”, avrebbe detto al telefono ai padroni di casa poco prima dell’irruzione, immaginando forse, così, di primo acchito, che fossero banalmente dei tecnici della Telecom o dell’Acegas. L’epilogo, a pensarci bene, sarebbe pure peggio. Se gli approfondimenti a cura della polizia confermeranno la scansione dei tempi finora presi in considerazione, non si può affatto escludere che qualche minuto più tardi rispetto alla fuga dalla villetta i due abbiano messo nel mirino altre abitazioni nella stessa stradina, distanti appena un centinaio di metri. Si sarebbero infatti sentiti suonare dei campanelli, alcuni dei quali collegati a videocitofoni. Le risposte al “chi è”, al caso, sarebbero state posticce: “Scusi, cercavo tizio, abita qui forse?”. Il portone di un piccolo condominio, già teatro di un furto notturno la scorsa estate, sarebbe stato scardinato. Due segnali allarmanti nella stessa zona. Il secondo, per giunta, lasciato - a quanto pare - dopo che era già scattato l’allarme per il primo, giusto a rendere la cifra della sfrontatezza della coppia.
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