Trieste, Arvedi: «Sfida ambientale quasi vinta alla Ferriera»
«Abbiamo scelto di restituire il futuro allo stabilimento raccogliendo due sfide: quella della sostenibilità e quella della competitività. La sostenibilità è un prerequisito perché il lavoro non può andare a danno degli altri ed è una sfida che stiamo già vincendo grazie anche all’aspiratore della cokeria che sta restituendo ottimi risultati. La sfida della competitività invece dobbiamo vincerla rendendo più produttivo l’altoforno». È la parte centrale del discorso che Giovanni Arvedi ha fatto ieri ai dipendenti della Ferriera di Servola a cui ha portato gli auguri di Buone feste. Al di là degli aspetti natalizi non sono mancate, come si vede, le comunicazioni di sostanza: dal punto di vista delle emissioni nell’ambiente il risultato è giudicato già vicino al totale soddisfacimento. Tanto che Arvedi, secondo quanto riferiscono alcuni dipendenti presenti, avrebbe anche aggiunto che a breve alcuni tecnici e docenti universitari saranno chiamati a fare una relazione «basata su considerazioni scientifiche e non politiche» e se l’eliminazione dell’inquinamento sarà definita pressoché totale, si percorreranno le vie legali contro chiunque diffamerà a torto l’azienda.
Contestualmente però la produttività deve crescere e in questa fase tecnici specializzati cinesi stanno fornendo consulenza per un maggior efficientamento dell’altoforno. Per raggiungere un risultato migliore il presidente non ha escluso di riavviare l’altoforno numero 2 attualmente spento. «Mai però - ha specificato - funzioneranno contemporaneamente entrambi gli altoforni». Un altro progetto prevede di avvicinare la macchina a colare, che ora dista centinaia di metri, eliminando il percorso su rotaia dei carri-siluro. Arvedi, che era affiancato da Andrea Landini presidente e amministratore delegato di Siderurgica Triestina, la società del gruppo proprietaria della Ferriera, ha ricordato anche il recente via libera all’Autorizzazione integrata ambientale «che ci consente - ha sottolineato - di pianificare le attività sapendo che potremo produrre per dieci anni, in un quadro certo di parametri emissivi che certamente rispetteremo, ma cercando anche di far meglio di quel che è prescritto, perché la dignità del lavoro si realizza anche nel più alto rispetto dell’ambiente».
Il ciclo integrale, che poggia sull’area a caldo, sarà dunque mantenuto e ciò anche, ha sottolineato il presidente, «grazie all’acquisizione della centrale Elettra». Un altro passaggio che viene ufficialmente dato per assodato anche se non è mai stata data comunicazione della firma definitiva. Il Piano industriale di conseguenza si dispiegherà secondo lungo tutti e tre i settori prospettati: il ciclo a caldo, il futuro laminatoio a freddo e la banchina. «Le produzioni a freddo - ha annunciato Arvedi - entreranno in funzione tra aprile e maggio». La prossima primavera dunque potrebbero venir annunciate novanta nuove assunzioni tra tecnici e operai, quelle che dovevano avvenire già quest’anno ma che sono state rimandate causa il ritardo dei lavori di allestimento. Infine la logistica sulla quale negli ultimi mesi si è aperto un fronte di contesa con le organizzazioni sindacali. «Ai dipendenti il presidente Arvedi ha nuovamente ribadito - sottolinea la nota emessa ieri da Siderurgica Triestina - che l’attività logistica, legata alla movimentazione interna delle merci, non sarà esternalizzata; la sola possibile eccezione potrebbe essere limitata ai carri ferroviari».
L’incontro si è chiuso con uno scambio di doni natalizi. «Siderurgica Triestina anche quest’anno - prosegue la nota - ha regalato ai propri 448 dipendenti un cesto di prodotti gastronomici, ai quali il presidente Arvedi ha voluto aggiungere un buono spesa («per voi e per i vostri figli», ha detto). I dipendenti hanno donato al presidente un quadro raffigurante il Castello di San Giusto.
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