Trieste, arsenale in Carso, confermati i domiciliari
TRIESTE Restano ancora agli arresti domiciliari l’odontotecnico di Sistiana Mauro Persi, 55 anni, e il figlio ventiseienne Giulio, i due triestini residenti a Monfalcone indagati per detenzione di armi da guerra. Era inizio febbraio quando la Squadra mobile aveva scoperto che i due nascondevano una sorta di arsenale da guerra, moderno, funzionante e con tanto di munizioni.
A Monfalcone era stata occultata una mitragliatrice “Scorpion”, mentre in una villetta di Duino una pistola di marca “Beretta” munita di caricatori e cartucce, risultata rubata a un privato in provincia di Treviso. La rivoltella era stata infilata all’interno di una custodia di una chitarra, tenuta in una soffitta. In un altro punto della casa gli agenti avevano rinvenuto un caricatore a “banana”, decine di cartucce e un vero e proprio lanciarazzi militare di marca “Zolja”, modello M80 calibro 64 millimetri, pronto all’utilizzo. A Turriaco, infine, era stata trovata una pistola insieme a caricatori, munizioni e decine di cartucce e bossoli.
L’ipotesi degli inquirenti, fin da subito, era che l’intera attrezzatura non fosse destinata a collezionisti o amatori. Non si era quindi escluso un traffico clandestino di armi in cui i due Persi in qualche modo fossero finiti dentro.
Da successive conversazioni telefoniche emerse nell’indagine della Procura della Repubblica - Dda di Trieste, sarebbe emerso che il padre e il figlio avrebbero trattato anche altro materiale: ulteriori mitragliette Skorpion.
Di qui la richiesta di un ritorno in cella dei due Persi, avanzata dal pm Antonio Miggiani, in modo da impedire qualsiasi possibilità di comunicazione dei due inquisiti con l’esterno. Si temeva il rischio di un occultamento e la sparizione delle altre armi. Domanda rigettata, però, dai giudici del Tribunale del riesame, che non hanno constatato nell’inchiesta del magistrato elementi sufficienti per confermare la nuova pista investigativa.
Ma i due dovranno rimanere comunque ai domiciliari nonostante il pressing dell’avvocato Enrico Agostinis, che aveva proposto una revisione della misura cautelare per i propri assistiti.
«Il provvedimento del Riesame - osserva il legale - conferma la decisione che aveva già preso il gip.
Ma la situazione è confortante perché viene esclusa la presenza di nuove armi, ma viene anche evidenziato come i miei assistiti non siano di fatto i veri “domini” della vicenda. Ruolo che sembra spettare a un soggetto terzo con cui i Persi si erano intrattenuti. Sarebbe lui il vero titolare degli interessi legati a quelle armi». È il terzo uomo a cui la polizia continua a dare la caccia: si presume possa essere un odontotecnico di Turriaco, tutt’ora in fuga all’estero. Alle indagini hanno lavorato gli agenti della Squadra mobile di Trieste, con il supporto dei colleghi di Gorizia, del Nucleo regionale artificieri e della Scientifica di Trieste.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo