Trieste, arrivano i rimborsi ai negozi alluvionati
TRIESTE Se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna. La Regione Fvg non ha ritenuto, a fronte delle richieste dell’amministrazione comunale triestina, di stanziare fondi a ristoro dei commercianti colpiti dall’alluvione avvenuta a metà ottobre del 2014? Ebbene, ci ha pensato lo stesso Comune a rifondere una parte del danno stimato in coerenza all’emendamento 102 presentato durante il dibattito sul bilancio tenutosi a settembre .
Difatti una determina, firmata dal direttore dell’Area innovazione-sviluppo economico Lorenzo Bandelli e adottata il 3 dicembre scorso, interviene con una somma di 50 mila euro a sostegno dei 21 esercenti che avevano presentato domanda di ristoro, asseverata da una perizia geometrile e giurata in Tribunale.
Il beau geste municipale, proveniente dalla voce “contributi per manifestazioni, eventi e vari interventi nel campo delle attività economiche” afferente ai capitoli di bilancio in capo all’assessore Edi Kraus, copre il 16-17% dei 304.863,86 euro complessivamente periziati nelle 21 attività commerciali invase dall’acqua e dal fango in quel triste 15 ottobre di un anno fa.
Come si evince dalla tabella pubblicata a fianco, il Comune ha ritenuto di erogare la stessa somma di 1500 euro a rimborsare la quota-spese sostenuta per lo svolgimento della perizia, rimborso che ha assorbito 31.500 euro. I restanti 18.500 euro sono stati poi ripartiti in proporzione ai danni periziati. Le tre attività maggiormente colpite sono la Rigatteria di via Malcanton, che aveva chiesto 52.282 euro e ne riceve 3.172,65; Erresse Notte in via Milano aveva segnalato 48,716 euro di danneggiamenti e ne incasserà 2.956,26; Lg parrucchieri ne aveva domandati 25.063,75 e gliene toccherano 1520,94.
Un contentino che non soddisfa l’intero ammontare ma che rappresenta il classico meglio di niente. Tutto ebbe inizio dall’alluvione di 14 mesi orsono, in seguito alla quale - ricorda il testo della determina - l’Area competente ricevette 21 richieste di ristoro da parte dei commercianti invasi dall’acqua.
Gli uffici comunali girarono «tempestivamente» le domande alla Direzione regionale delle attività produttive ecc. e contestualmente il sindaco Cosolini comunicò lo stato di calamità alla Regione Fvg. Nel marzo 2015 però la stessa Direzione regionale - prosegue la narrazione contenuta nell’atto comunale - comunicò due spiacevoli circostanze: la prima è che non c’erano stanziamenti sul competente capitolo, la seconda che dal 2012 l’Amministrazione regionale non interveniva più con l’apposito regolamento per il ristoro dei danni.
Il Comune triestino non si rassegnava alla malasorte ma i consueti uffici regionali ribadivano, alla vigilia del Ferragosto corrente anno, di non aver provveduto alla variazione di bilancio per dare capienza al siccitoso capitolo. Un “niet” riaffermato l’8 ottobre scorso. E allora il Comune ha messo messo mano al portafoglio per circa un settimo del totale periziato.
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