Trieste, Area Science Park è il primo ente di ricerca in Italia ad aprire uno sportello contro la violenza sulle donne

Sarà gestito dal Goap. Le operatrici: «Le richieste di aiuto in aumento». Nel 2023 segnalati 352 casi pari al 26% in più

Francesco Codagnone
La presentazione dell'iniziativa. Foto Lasorte
La presentazione dell'iniziativa. Foto Lasorte

TRIESTE È un fenomeno endemico, che si nasconde nelle pieghe della relazioni intime e sociali, e può toccare tutte le donne indipendentemente da età, estrazione sociale, titolo di studio o provenienza. La violenza di genere può essere vissuta – raccontano testimonianze e statistiche – nei contesti più insospettabili, invadendo il quotidiano delle donne e lasciandole, spesso, sole e isolate. Anche sul posto di lavoro, o in un centro di ricerca. Riconoscere le dinamiche violente e avere a disposizione uno spazio sicuro in cui chiedere aiuto è il primo passo per non diventarne una vittima e per questo Area Science Park ha deciso di aprire, in via sperimentale, uno sportello antiviolenza presso i due campus di Padriciano e Basovizza, in contrasto delle violenze fisiche, verbali o psicologiche – come stalking e mobbing – attraverso attività di ascolto e prevenzione.

La presentazione dell'iniziativa. Foto Lasorte
La presentazione dell'iniziativa. Foto Lasorte

È il primo sportello di questo tipo aperto in Italia da un ente di ricerca, e sarà gestito tramite una convenzione triennale con il Goap (Gruppo operatrici antiviolenza e progetti) di Trieste con sede in San Silvestro 5, che solo nel 2023 ha accolto e aiutato 352 donne vittime di violenza: quasi una al giorno, +26% rispetto alla media degli altri anni. «La violenza di genere è spesso radicata dove non ce l’aspettiamo: queste iniziative rappresentano un impegno concreto nel contrastare soprusi e promuovere relazioni equilibrate e rispettose», spiega la direttrice generale di Area, Anna Sirica.

Lo sportello vedrà sempre la presenza di due operatrici, in coppia e sempre le stesse per poter instaurare un legame continuativo con le donne, che potranno chiedere aiuto o consulenza in totale anonimato. Il servizio sarà attivo dalle 9 alle 11 ogni secondo martedì del mese nel campus di Padriciano(a partire dal prossimo 14 maggio) ogni quarto martedì presso la sede di Basovizza. Il centro attiverà inoltre azioni di prevenzione, informazione e supporto rivolto a tutte le dipendenti di Area Science Park e delle società di ricerca attive nei campus, dove le donne rappresentano circa il 40% della popolazione del parco.

Verrebbe da pensare che episodi di persecuzione, stalking o mobbing siano meno frequenti in ambienti caratterizzati da un elevato grado di istruzione: ma non è così. «La violenza di genere è un fenomeno diffuso e trasversale, che può coinvolgere tutte le donne a prescindere da età o estrazione socio-economica», spiega la vicepresidente del Goap Maria Ferrara. Il femminicidio di Giulia Cecchettin ce lo ha sbattuto in faccia con forza. «Il numero di richieste di aiuto – spiega l’operatrice – da allora è aumentato: molte ragazze si identificano in lei e nella sua storia». 

Area Science Park, il campus di Padriciano
Area Science Park, il campus di Padriciano

Solo nel 2023 si sono rivolte alle otto operatrici del Goap 352 donne: quasi una al giorno (la media annuale, dal 1999 al 2022, era di 280, +26%), con un impennata di chiamate registrate proprio dopo il 18 novembre scorso, giorno in cui la cronaca dà notizia del ritrovamento del corpo della 22enne di Vigonovo, uccisa dal proprio ex Filippo Turetta. Ad aprile di quest’anno, i nuovi contatti sono stati già 120: aumentano le aggressioni da parte di sconosciuti per strada o nei locali (sebbene dallo 0,2 all’1%), ma nella maggior parte dei casi si tratta di violenze e stalking attuati all’interno della sfera intima, da parte di mariti, fidanzati o ex.

Giulia Cecchettin, ricorda Ferrara, era «una ragazza come tante, giovane, pulita, vicina alla laurea: molte donne alle prese con una relazione a rischio o la fine di un rapporto temono di ritrovarsi nella sua situazione». E decidono di denunciare e chiedere aiuto. Ma a chiamare sono anche amiche, colleghe, genitori che chiedono aiuto per le proprie figlie. «Nella nostra esperienza – annota ancora Ferrara – abbiamo osservato che azioni di sensibilizzazione e conoscenza del fenomeno fanno sì che un numero sempre maggiore di donne, o loro conoscenti, si rivolgano ai centri antiviolenza».

Altro fattore che può facilitare lo svelamento è «la prossimità di luoghi dove trovare operatrici che possano fornire supporto e informazioni»: questo il ruolo del primo sportello aperto in Area Science Park, che il Goap intende presto replicare in provincia, a Duino Aurisina e Muggia. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo