Trieste: anziana morta, medico indagato
Si chiama Massimo Lovisato, ha 58 anni. È un medico di base che cura anche alcuni anziani ospiti dell’Itis di via Pascoli. Il pm Federico Frezza lo accusa di omicidio colposo. La vittima è una anziana paziente del medico, Pia Di Drusco. Secondo il pm - che si è avvalso delle risultanze dell’autopsia eseguita dal medico legale Fulvio Costantinides - se il dottor Lovisato, che l’aveva visitata dopo una caduta, l’avesse fatta ricoverare per tempo sarebbe ancora viva.
La vicenda inizia appunto con una caduta avvenuta all’interno dell’Itis il 10 settembre scorso. La donna aveva messo male un piede ed era rovinata sul pavimento. Aveva riportato un trauma facciale, un ematoma alla guancia e altri al ginocchio sinistro. Quello stesso giorno il medico di base aveva visitato l’anziana paziente prescrivendole alcune applicazioni di ghiaccio. Insomma si trattava - ma solo apparentemente, per l’accusa - di lesioni di poco conto. E cioè traumi ed ematomi risolvibili con una terapia domiciliare.
Dopo quattro giorni dalla prima caduta, la donna è rovinata di nuovo a terra procurandosi altri traumi e tumefazioni. Il 15 settembre - così è emerso dalle indagini - Pia Di Drusco è stata ricoverata nel reparto di medicina d’urgenza dell’ospedale di Cattinara.
La diagnosi è stata più che eloquente: «Coma da ematoma subdurale acuto su cronico post traumatico». Come dire che a causa della prima caduta (o addirittura di una precedente) aveva riportato un ematoma in testa. Una sacca di sangue che gradualmente le ha poi compresso il cervello.
La morte, così è emerso dagli atti, è avvenuta il 16 settembre. Il referto indica che la signora Di Drusco è deceduta per le conseguenze di una «ipertensione traumatica secondaria ad acuto sanguinamento di un cronico ematoma subdurale non diagnosticato».
In sostanza, secondo il pm Frezza, il dottor Lovisato ha provocato la morte della sua anziana paziente in quanto non ha approfondito al momento della visita la diagnosi di trauma al capo e - dopo la prima caduta - non ha prescitto il ricovero ospedaliero limitandosi a disporre alcune superficiali applicazioni di ghiaccio: tutto questo quando avrebbe potuto farla sottoporre per esempio a un esame attraverso la Tac (tomografia assiale computerizzata) che appunto avrebbe evidenziato l’ematoma a causa del quale poi la donna è morta. Per questo motivo il pm Frezza ritiene che il medico indagato abbia agito con imperizia, imprudenza e superficialità. Ha visitato la donna anziana - ritenuta paziente ad alto rischio - prescrivendole per la cura degli ematomi e dei traumi solo il ghiaccio. E non ha pensato, o meglio non ha tenuto conto - sempre secondo il pm - che quella caduta avrebbe potuto avere altre conseguenze, anche tragiche, per una paziente anziana e già sotto terapia di anticoagulanti.
Il dottor Lovisato sarà interrogato il 19 dicembre con l’assistenza del suo legale di fiducia, l’avvocato Giancarlo Muciaccia. «Si parla di un ematoma cronico. Ma non si può dire che sia stato causato da quella caduta», ha dichiarato l’avvocato Muciaccia. Il legale ha aggiunto che la donna «era in terapia con aspirina e non con anticoagulanti».
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