Trieste: animali abbandonati, una sessantina di conigli soccorsi nei boschi

Ma c’è chi si libera anche dell’iguana o delle cavie. Una buona notizia: si salverà il gattino lanciato dall’auto
Di Laura Tonero

I giardini e i parchi pubblici di Trieste sono ormai popolati da decine di conigli e porcellini d’India che i triestini abbandonano prima di partire per le vacanze. L’Enpa quest’estate ha già raccolto e soccorso 60 conigli. E ora li ospita nelle gabbie predisponendo quanto prima anche un recinto esterno che permetta alle povere bestiole di fare qualche sgambettata in più. Ma non finisce qui. Gli abbandoni riguardano anche i gatti. Con mille scuse che vanno dalle allergie all’improvvisa morte del parente che li accudiva, vengono portati al rifugio dell’ente in via Marchesetti. C’è pure chi ha abbandonato nei giardini pubblici degli iguana “viridis” o dei draghi barbuti.

Se il costante lavoro di sensibilizzazione svolto negli anni nella nostra provincia dall’Azienda sanitaria, dal Comune e dalle diverse realtà animaliste ha di fatto eliminato il fenomeno dell’abbandono dei cani, le emergenze ora riguardano altre specie animali. «L’abbandono dei conigli – spiega Patrizia Bufo, presidente dell’Enpa,- ha raggiunto tali dimensioni che si è deciso di munire di microcip anche questo tipo di bestiole». Così i conigli che vengono curati dai veterinari dell’Enpa, vengono poi dati in adozione e microcippati».

«Ce ne vengono segnalati in continuazione – evidenzia Bufo – si tratta sia di coniglietti nani che di quelli tradizionali, commestibili». Ovvero quelli che alcuni venditori di animali spacciano per nani e che poi raggiungono le dimensioni di un gatto. «Di quelli così detti “da pentola” – spiga la presidente – in questo momento ne abbiamo sei. Un paio recuperati a San Giusto, uno sotto Longera e uno nel giardino sotto l’Oberdan. Ma questi, per evitare facciano una brutta fine, non li diamo in adozione». In diminuzione invece l’abbandono di tartarughe d’acqua che lo scorso anno avevano preoccupato non poco l’allora presidente dell’Enpa, Gianfranco Urso. «La gente ha capito che noi siamo dotati di una capiente vasca – spiega Bufo - e che quando crescono troppo o che se non vogliono più prendersi la briga di allevarle possono portarle da noi: sempre meglio di un abbandono». Nel ricordare i diversi recuperi effettuati dall’Enpa quest’anno (1172 gli animali salvati e curati dall’inizio del 2013), la presidente per far comprendere la crudeltà di certe persone racconta di un piccolo coniglio trovato a Pian del Grisa. «L’avevano abbandonato all’interno della gabbia, – ricorda – un’abbondante pioggia aveva allegato il contenitore e il coniglio è stato trovato con l’acqua fino al naso da una signora che ce lo ha immediatamente portato. Ma per lui non c’è stato nulla da fare».

Si sta riprendendo invece il gattino vittima di quel folle che sabato scorso lo ha gettato correndo ad elevata velocità sulla Costiera. «I nostri veterinari assicurano che ce la farà – riferisce Bufo – mangia con appetito e l’ematoma ventrale sembra in via di guarigione. L’unico problema è una zampina posteriore che trascina. Appena sarà più in forma – aggiunge – proveremo a steccargliela e a risolvere anche quel problema».

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