Trieste, “anagrafe condominiale”: partita la caccia ai dati
Tutti i triestini che vivono in un condominio in queste settimane si vedono recapitare una lettera con la quale l’amministratore dello stabile chiede loro una serie di dati sull’appartamento di loro proprietà. Per qualcuno riempire tutte le caselle di quel modulo è un incubo. Le richieste dell’amministratore sono dettate dai nuovi adempimenti previsti dalla Riforma del condominio, già in vigore dal 18 giugno 2013, tra i quali vi è l’obbligo per chi amministra uno stabile di istituire un registro dell’anagrafe condominiale. Un registro che deve contenere le generalità dei singoli proprietari, degli usufruttuari, dei comodatari e anche degli inquilini, comprensive di codice fiscale e residenza o domicilio, dati catastali di ciascuna unità immobiliare, nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza. Nei prossimi anni su quel registro andrà annotata qualsiasi variazione. Obbligo dei condomini è quello di comunicare ogni dato e poi di volta in volta gli eventuali cambiamenti.
Parecchi triestini, specialmente i più anziani, si sono spaventati davanti alla richiesta di tutti quei dati. In qualche caso difficili da reperire tra le scartoffie conservate per anni nei cassetti. «In ufficio c’è la processione di persone che vengono a chiedere aiuto e informazioni - ammette Attilio Lombardo, titolare dell’amministrazione Gestionistabili del gruppo Sinteg - ma era inevitabile. Se per qualcuno non è difficile reperire le informazioni richieste, altri necessitano di un aiuto». I moduli da compilare sono diversi da amministratore ad amministratore. I dati richiesti sono identici ma non è stato usato un modello uguale per tutti gli amministratori: ognuno ne ha realizzato uno diverso. «Vengono chiesti i dati anagrafici del proprietario - precisa Lombardo - di tutti i titolari di diritti reali sull’immobile (usufruttuari, intestatari di nuda proprietà), di eventuali utilizzatori, affittuari, i dati catastali e a Trieste anche quelli tavolari». In poche città italiane viene utilizzato il tavolare. In Italia coesistono attualmente due sistemi di pubblicità immobiliare: da una parte la trascrizione nelle vecchie province, dall’altra il sistema tavolare o libro fondiario, in vigore nelle province di Trento, Bolzano, Trieste, Gorizia ed in alcuni comuni delle province di Udine, Brescia, Belluno e Vicenza. Il sistema tavolare è derivato dalla legislazione austro-ungarica. L’amministratore, nei moduli inviati ai condomini, chiede notizie sulla conformità degli impianti «ma non serve allegare i certificati degli impianti – assicura Anna Fast, presidente dell’associazione delle Proprietà edilizia – basta dichiarare se sono o meno conformi».
Ma dove sono reperibili i dati richiesti nel modulo che stanno ricevendo i triestini? «La maggior parte sono indicati nel contratto di compravendita, – spiega Fast – in caso uno non trovi più il contratto può rinvenirli all’ufficio del Catasto e in quello del Tavolare. Chi non li trova o non è in grado di andare a reperirli negli uffici predisposti – aggiunge la presidente - può rivolgersi al proprio geometra di fiducia oppure agli uffici dell’associazione della Proprietà edilizia. Abbiamo stretto una convenzione con dei giovani geometri che per 20-30 euro provvedono a recuperare tutti i dati». Dal momento in cui l’amministratore invia la lettera di richiesta degli elementi utili a stilare il registro dell’anagrafe condominiale, i proprietari degli immobili hanno tempo 60 giorni per consegnare il modulo compilato. «In caso di omessa o incompleta risposta - avvisa Fast – l’amministratore ha l’obbligo di ricercarli usufruendo della consulenza di un professionista (ad esempio accedendo ed effettuando ricerche presso pubblici uffici) e addebitandone il costo al condomino».
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