Trieste, altri tre casi nel focolaio all’Hotel Fernetti. Ospizi “osservati speciali” dalla Regione
TRIESTE La preoccupazione del contagio che si allarga all’Hotel Fernetti, ma anche un inizio settimana con meno casi di coronavirus rispetto a quella precedente: ieri venti su 2.157 tamponi.
Nella residenza per anziani di Monrupino, dove sono stati riscontrati altri tre ospiti positivi, il conto sale a sedici, compresi due operatori ora in isolamento. L’aggiornamento arriva a metà mattina dalla Regione ed è la conferma che la struttura triestina, già alle prese con una quarantina di infezioni durante il “lockdown”, è nuovamente un focolaio da contenere. Quello comunicato è infatti il terzo incremento dei casi dopo i primi nove e i successivi quattro, emersi a seguito della ripetizione di alcuni tamponi incerti sul centinaio effettuati nei giorni scorsi tra sessanta ospiti e quaranta sanitari. Ieri l’ulteriore diffusione del contagio, con due persone trasferite alla Rsa San Giusto (che, in base ai protocolli stabiliti dall’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina, è la struttura preposta all’accoglienza dei pazienti Covid non gravi) e la terza in via di ricovero nella struttura complessa malattie infettive dell’Ospedale Maggiore di Trieste. Non manca un altro caso sospetto, ma certezze, informa il vicepresidente regionale con delega alla Salute Riccardo Riccardi, se ne potranno avere solo oggi.
La situazione è certamente diversa da quella di metà maggio, quando Asugi rese noto che nelle case di riposo cittadine si erano contati da inizio emergenza 431 morti, di cui 90 legati senza dubbio alcuno al Covid, ma anche con molti ospiti deceduti che non erano stati sottoposti al tampone nonostante i sintomi. Le settimane da incubo di marzo e aprile hanno indicato una strada e gli operatori vengono oggi sottoposti al test a cicli regolari di dieci-quindici giorni e dunque i rischi si riducono di molto. Ma, avverte Riccardi, la raccomandazione forte rimane quella della prudenza. In particolare proprio sul fronte dei lavoratori, che nella prima fase della pandemia sono stati spesso il principale veicolo del coronavirus all’interno delle strutture di accoglienza anziani. Pure alla Fernetti il contagio sarebbe stato trasmesso da un’operatrice, originaria dei Balcani, che avrebbe contratto il virus in famiglia. «Non è escluso che un soggetto asintomatico si positivizzi dal giorno successivo al tampone», osserva ancora il vicepresidente, e dunque, «in una situazione in cui non possiamo drammatizzare, ma nemmeno sottovalutare i segnali degli ultimi giorni anche da altre case di riposo», la Regione farà particolare attenzione, sempre più, a chi entra ed esce per motivi di lavoro dalle strutture. Tanto più quando si venga a conoscenza di un rientro recente dai Paesi dell’Est, causa di buona parte dei contagi di giornata, fa sapere Riccardi citando Kosovo e Romania.
Il +20 di ieri fa salire il totale a 4.181, di cui 1.544 a Trieste (+1, i nuovi casi di Fernetti rientreranno nel bollettino odierno), 1.343 a Udine (+7), 937 a Pordenone (+10) e 344 a Gorizia (+2), cui si aggiungono 13 residenti fuori regione. Confortante il rapporto tra positivi sulle 24 ore e persone testate per la prima volta (773): 2,58% contro il 3,64% della scorsa settimana, in linea con il 2,55% di una quindicina di giorni fa. Più bassa l’incidenza sul totale dei tamponi (0,93%), che però comprende anche quelli di controllo su chi è già entrato nella colonna dei contagiati.
Gli attualmente positivi al coronavirus in Fvg sono 615 (+17), con due pazienti in terapia intensiva (-1) e 24 ricoverati in altri reparti (+2). Non sono stati registrati nuovi decessi (349 in totale, 197 a Trieste, 77 a Udine, 68 a Pordenone e 7 a Gorizia). Quanto ai totalmente guariti siamo a quota 3.217 (+3), con 6 clinicamente guariti (stabili) e 583 isolamenti (+16). —
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