Trieste, alpinista morso da una vipera finisce all’ospedale
TRIESTE Durante un’arrampicata in Val Rosandra, mentre cercava appoggio tra le pietre, un giovane triestino di 24 anni ieri mattina è stato morso alla mano da una vipera. Superato lo choc e l’intenso dolore, non si è perso d’animo a chiamare i soccorsi ed è stato portato al pronto soccorso di Cattinara. Poco dopo mezzogiorno il ragazzo, in condizioni stabili e non in pericolo di vita, è stato trasferito nel reparto di rianimazione e sottoposto alla sieroprofilassi. Una terapia che necessita il ricovero in rianimazione non per la gravità delle condizioni di salute del paziente ma per la necessità di un costante monitoraggio, date le possibili reazioni anafilattiche.
Quando il giovane è arrivato a Cattinara la mano era già arrossata, gonfia. Il ventiquattrenne ora verrà tenuto alcuni giorni in osservazione «perché il veleno – spiega Roberto Copetti, primario del reparto unificato del pronto soccorso e della medicina d’urgenza dell’ospedale – può avere degli effetti sistemici, di tossicità sul fegato e soprattutto può alterare la coagulazione con il rischio di emorragie o trombosi».
Il morso da parte di una vipera è un fatto piuttosto raro a Trieste. Il rettile si è accorto probabilmente solo all’ultimo momento della presenza umana che per lui rappresenta un pericolo e ha reagito nell’unico modo disponibile, conficcando nella mano dell’arrampicatore i suoi denti velenosi. Ha morso perché era troppo tardi per scappare. Ma cosa fare in questi casi? «Chiamare il 112, immobilizzare l’arto e stare tranquilli – consiglia Copetti – L’agitarsi può causare tachicardia e velocizzare la circolazione nel sangue del veleno. Oggi non si muore da morso di vipera e il suo veleno agisce in 12-24 ore e dunque c’è tutto il tempo per sottoporsi alle prime cure e alla successiva sieroprofilassi qualora i sintomi da avvelenamento dovessero essere importanti».
I sintomi che fanno intuire che il veleno è stato inoculato e che serve somministrare la sieroprofilassi sono il forte dolore locale, l’estensione dell’edema, il dolore addominale, il vomito, la sudorazione. Le persone più a rischio sono coloro che hanno una reazione al veleno della vipera, gli anziani, i bambini. Copetti specifica che la vipera quando morde non sempre riesce ad inoculare il veleno, e elenca una serie di comportamenti da non tenere. «Non seguire consigli che venivano erroneamente dati un tempo, e dunque non incidere la ferita, non succhiare la ferita e non stringere lacci in prossimità del morso. Se c’è la possibilità, è bene lavare la ferita».
In questa stagione va posta parecchia attenzione quando si passeggia in Carso. Non sono esclusi da questo rischio nemmeno i cani che potrebbero essere morsi alle estremità dei loro arti e anche sul muso. Il cane morso manifesta subito forte dolore segnalandolo con sonori guaiti, la zona colpita appare rapidamente tumefatta, calda al tatto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo