Trieste, allievi in fuga dal tedesco. Boom di spagnolo e cinese

Alle medie e nei licei crollano le iscrizioni alle lezioni della lingua di Goethe. Numeri in picchiata al Dante. Regge il francese. Tra le new entry piace il russo

TRIESTE Tedesco Auf Wiedersehen. Gli studenti triestini dei licei linguistici sono sempre meno attratti dalla lingua della cancelliera Merkel e, al momento di indicare la seconda lingua straniera a scuola, scelgono in massa lo spagnolo. E questo nonostante il tedesco risulti attualmente richiesto in molti annunci di lavoro e colloqui in strutture ricettive, uffici e aziende in tutta la regione.

I gusti dei giovani, però, vanno in direzione opposta. Lo conferma l’Ufficio scolastico regionale, che parla di una graduale disaffezione verso il tedesco negli ultimi anni e spiega come il trend negativo, peraltro, si registri già alle medie. Anche lì a dominare è lo spagnolo, che segna un deciso aumento. Ma attirano molto anche le new entry, come il russo o il cinese. Tutte le proposte, insomma, sembrano piacere più di quella che porta a Berlino e Dresda.

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«Nelle poche scuole di Trieste in cui ancora si insegna la seconda lingua straniera (visto che una delle ultime riforme scolastiche l’ha eliminata dal piano di studi di molti istituti superiori), gli studenti che scelgono il tedesco sono ormai una minoranza - spiega un’insegnante critica nei confronti dello stesso sistema scolastico che, per questo motivo, chiede di rimanere anonima -. La maggior parte punta sullo spagnolo, ritenuto erroneamente più facile. Ma questo calo di iscrizioni ai corsi di tedesco, sia alle medie sia alle superiori, va in controtendenza rispetto alle attuali richieste del mondo del lavoro. La nostra regione e la nostra città hanno incrementato i contatti con i Paesi di lingua tedesca tanto nel settore turistico quanto in quello economico-finanziario. Forse si dovrebbe sfatare l’opinione diffusa secondo cui il tedesco è una lingua difficile, sostituendola con quella che presenta il tedesco come la lingua del lavoro».

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Un grido d’allarme, quello dell’insegnante, condiviso anche dall’Ufficio scolastico regionale. «In questo momento è difficile riuscire a reperire dati precisi ma possiamo dire gli studenti triestini hanno veramente perso l’amore verso il tedesco. Ed è un peccato perché è una lingua che in qualche modo fa parte del nostro territorio da sempre».

A fare le spese del crollo di iscritti è soprattutto il liceo Dante dove, da tre anni, non è possibile formare una prima con insegnamento del tedesco a causa della scarsa richiesta. Spaventa meno, a sorpresa, il cinese, nonostante la presenza di caratteri diversi, con una grafia tutta nuova e non facile.

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«In entrambi i nostri indirizzi le domande sono talmente poche che da tre anni non abbiamo nessuna prima con l'insegnamento del tedesco - racconta la preside della Dante Oliva Quasimodo -. Lo spagnolo è sicuramente più in voga per due motivi: buona parte degli studenti lo ha già scelto alle medie, in più viene percepito come lingua “più amichevole” e anche più facile da spendere nel mondo del lavoro. Spesso pensano che sia indispensabile, al giorno d'oggi, sapere bene solo l'inglese, la lingua veicolare in tutte le situazioni. Sanno quindi che anche se vanno in Austria o in Germania, parlando correttamente l’inglese, se la possono cavare.

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A fronte di questo - prosegue la preside - assistiamo da qualche anno a un grande interesse nei confronti del Cinese. In questo caso gli iscritti alla prima non mancano, anzi, le richieste crescono sempre di più. Viene ritenuta una carta in più nel futuro lavorativo. Ne sono convinti anche i genitori degli allievi, tanto che quest’anno hanno chiesto di poter programmare una vacanza studio a Pechino. Una spesa importante, quindi, vista la necessità di raggiungere un Paese tanto lontano, che le famiglie sono però disposte a fare convinte che rappresenti una sorta di investimento “blindato” per il futuro dei loro ragazzi».

Al liceo Petrara il tedesco se la passa un po’ meglio, anche se viene comunque battuto dallo spagnolo: nel prossimo anno scolastico, a fronte degli 89 ragazzi che hanno scelto la lingua di Goethe e Thomas Mann, ce ne sono 139 che hanno opzionato il linguaggio di Cervantes, mentre resiste, con un successo più o meno invariato, il francese.

Discorso diverso per le scuole superiori in lingua slovena, i cui studenti sembrano invece aver scommesso sul tedesco, rendendolo obbligatorio in alcuni piani di studio, come dimostrano i percorsi didattici dello Ziga Zois o del Prešeren, ma in quest'ultimo figura, in aggiunta, pure il russo.

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