Trieste, all’asta alla Stadion un sigillo nobiliare di Francesco Giuseppe

L’onorificenza imperiale rilasciata al primo podestà di Gorizia. Occasioni rare il vaso serie Yemen di Sottsass e il nudo di Auer  

TRIESTE Da un sigillo di Francesco Giuseppe a un vaso Yemen di Ettore Sottsass, da un nudo secessionista di Auer a un bracciale in oro e diamanti di inizio ’900. La Primavera alla Stadion porta oggi una nuova asta con 500 lotti. Per tutti i gusti. Venerdì 20 aprile, divisi in tre tornate (ore 10, 15 e 20.30), verranno battuti dipinti antichi, tappeti, gioielli, opere contemporanee, vetri, arredi, ceramiche, oggetti orientali e una collezione di oggetti in rame.

Da non perdere per gli “austriacanti” il lotto 81 che raccoglie tre documenti unici dell’epoca austroungarica con i sigilli in ceralacca. Uno di questi è stato rilasciato direttamente dall’imperatore Franz Joseph al goriziano dottor Carlo Doliach de Cipriani nel 1886. Gli altri due sono un attestato della Corona Ferrea e un documento con sigillo rilasciato dal Ducato Carniola. La base d’asta parte da 800 euro. Carlo Doliach de Cipriani, nato a Gorizia nel 1805 e laureatosi in giurisprudenza a Vienna, è stato il primo podestà costituzionale di Gorizia eletto nel marzo 1851 in base a uno statuto speciale che la città aveva ottenuto dall’Austria. Una carica che conservò fino al 1861.


Dopo, Carlo Doliach fu eletto ripetutamente membro della Dieta provinciale ricoprendo anche la carica di vice capitano. Tutte queste benemerenze gli valsero nel 1866 dall’imperatore Francesco Giuseppe una grossa decorazione cavalleresca (quella che oggi va all’asta) oltre al titolo nobiliare “de Cipriani”. È stato inoltre il massimo esponente del laicato cattolico goriziano e fondatore dell’Azione cattolica.

Tra i gioielli si segnala un bracciale semirigido in oro giallo composto da settori in malachite, piastre decorate con smalti a motivi floreali uniti tra loro da piccoli ponti in diamanti di inizio ’900 di manifattura parigina. La base d’asta è di 3 mila euro.

Tra gli argenti si segnalano due candelabri lombardo-veneti finemente lavorati a sbalzo e un servizio da caffè e tè persiano in argento finemente inciso a motivi floreali e figure di animali, manici parzialmente in legno, composto da 5 pezzi dei primi anni del Novecento (stima 2.500/3.500 euro).

Non mancano i dipinti per i collezionisti. C’è un nudo sensuale del pittore secessionista croato Robert Auer che s’intitola “Bellezza sul letto” datato 1925 (stima 2.500/3.500 euro). Interessante anche un’opera di Guido Cadorin (1892-1974) intitolata “Il sermone della montagna” presente alla XXIII Biennale d’arte Venezia del 1942 (stima 1.500/2.000 euro). Non mancheranno alcuni nomi triestini tra gli artisti presenti. In ordine sparso: Tosti, Rosignano, Grimani, Levier, Garzolini, Spacal, Cernigoj, Perizi, Chersicla, Cogno, Dudovich.

In asta anche un’opera ( “Veduta di Santorini”) dell’artista inglese John Corbidge raffigurante un’isola greca (lotto 298). John Corbidge fu molto attivo in Grecia e nell’isola di Cipro e si trasferì poi assieme alla famiglia nella nostra città. Duemila euro la base d’asta.

Per i fan della Pop Art ci sono due stampe di Andy Warhol: una “Marilyn” e una “Campbell’s tomato soup”. Opere che si possono portare a casa con 100 o 200 euro. All’incanto troviamo anche una ricercata piastra smaltata su rame firmata Mario Sturani, famoso pittore e ceramista noto per l’eleganza nelle decorazioni di alcune delle più belle ceramiche Lenci in circolazione. L’opera “Galanterie di sera” è stimata 1.000/1.500 euro.

Tra i vetri sicuramente va segnalato un vaso Venini quadricromatico (rosso antico, lattimo, nero e verdognolo) realizzato nel 1994 su disegno di Ettore Sottsass. Si tratta del famoso modello Yemen (stima 1.500/2.000 euro). Di Sottsass si ricorda una bellissima mostra al salone degli incanti di Trieste nel 2008 in occasione dei 90 anni dell’artista.

La terza tornata, infine, è tutta dedicata agli arredi di una casa di Aviano dove si proporranno mobili rustici, ceramiche a firma Galvani, strumenti a fiato, opere pittoriche ungheresi, oggetti orientali in osso, ceramiche antiche e una collezione in rame di scaldini, cuccume, stampi per dolci ed elemosinieri del ’700.

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