Trieste, allarme dei ristoratori dopo la stretta sui locali

Il presidente della Fipe Fvg Vesnaver: «Per i piccoli locali con spazi limitati sarà molto difficile reggere, non nascondo di essere molto preoccupato per la tenuta del comparto»
Silvano Trieste 2020-10-09 Bordello notturno pre - Barcolana (cit. Rebecca)
Silvano Trieste 2020-10-09 Bordello notturno pre - Barcolana (cit. Rebecca)

TRIESTE Esprime preoccupazione la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), all’indomani della stretta sulla movida annunciata domenica dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in una delle sue ormai tradizionali conferenze stampa in diretta serale.

Pur condividendo lo spirito dei provvedimenti adottati dal governo, il presidente regionale Fipe Bruno Vesnaver non fa mistero di nutrire dei timori: «Per i piccoli locali con spazi limitati sarà molto difficile reggere, non nascondo di essere molto preoccupato per la tenuta del comparto. L’errore, forse, è stato quella sorta di “liberi tutti” dal 18 maggio a oggi. Se le regole imposte da questo Dpcm fossero state applicate già all'avvio delle Fase 2, la situazione oggi sarebbe probabilmente più sotto controllo».

Secondo Vesnaver, in altre parole, lo sbaglio fondamentale è stato quello di non prevedere una sufficiente forma di gradualità in fase di riapertura. E adesso non resta che adeguarsi alle regole, nella speranza di non andare verso il disastro durante il periodo di Natale. Aggiunge infatti il presidente degli esercenti Fvg: «Invito ora i colleghi a rispettare questi limiti, usando il buon senso, per scongiurare feste natalizie con obblighi ancora più restrittivi».

Ci va giù in maniera ancora più pesante la sua omologa responsabile per la federazione di Trieste, Federica Suban: «Per chi ha spazi ridotti all’interno e non ha disponibilità di tavoli nei dehors le regole da seguire sono decisamente penalizzanti, in alcuni casi costringeranno molti ad abbassare le serrande direttamente alle 18, privandosi dell’intero incasso serale».

«L’obiettivo è chiaramente quello di far morire la movida, e credo ci riusciranno, ma allo stesso modo moriranno posti di lavori e attività, anche quelle rionali che con la vita notturna fatta di assembramenti e musica hanno poco a che vedere - prosegue la presidente triestina: «Giusto tutelare la salute e rispettare le regole, ma servono strumenti concreti e rapidi di sostegno finanziario per mantenere in vita le imprese. Speriamo siano le ultime restrizioni che vengono imposte alla categoria».

A Trieste esistono diversi bar rionali caratterizzati da spazi interni piccoli e assenza di dehors. Viene da chiedesi che ne sarà di queste realtà caratteristiche. —



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